Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /129

Questa mattina del 6 febbraio 2015 siamo partiti con armi e bagagli alla volta del centro di Roma, dove, a seguito di una soffiata della mala artistica, erano state intraviste due opere di Roma-Bologna Cooperazione, in gergo Robocoop, quelli che rivisitano in chiave moderna, con una loro tecnica personalissima ed unica, i dipinti dell’arte rinascimentale. Siamo andati in vicolo del Divino Amore ed abbiamo trovato un’opera del Veronese, le Nozze di Cana, dipinta su una parete del refettorio benedettino nel convento sull’isola di S.Giorgio Maggiore a Venezia, di fronte a piazza S.Marco. Ma c’è una particolarità, la torre di sapore classico del dipinto originale è stata sostituita con uno dei maggiori obbrobri dell’architettura moderna: la Torre Velasca; così è chiamato il grattacielo di Milano definito dal duo Robocoop capolavoro brutalista. Da notare poi che il posto dove è stato esposta l’opera è una delle più azzeccate cornici di Roma. Ed ecco l’opera:

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Forti di questa prima scoperta, ci siamo incamminati verso vicolo della Tinta, dove era stata segnalata la seconda opera. Arrivati sul posto però non ne abbiamo trovato traccia, nonostante ci fossimo inoltrati anche in vicolo del Leonetto e in vicolo della Campana. Sconsolati ce ne siamo ritornati sui nostri passi ma, giunti su via di Monte Brianzo, proprio sull’angolo, a fianco del cassonetto dell’AMA, abbiamo intravisto una palla di carta principalmente azzurra ma che lasciava intravvedere, a tratti, colori dalle tonalità calde. Premesso che pioveva a dirotto, senza pensarci due volte, abbiamo arraffato quella palla di carta fradicia ed interrata, raggiunta la nostra auto ci siamo diretti verso casa, dove distesa con cautela quella palla di carta abbiamo accertato quello che sospettavamo: era la seconda opera di Robocoop che abbiamo provveduto a lavare e a metterla ad asciugare. Quando avremo terminato questa operazione provvederemo a fotografarla e a mostrarvela. Nel frattempo ve la descriviamo per somme linee. E’ l’Allegoria Sacra di Giovanni Bellini dipinta intorno al 1500 o poco meno e custodita agli Uffizi di Firenze. Gli storici lo ritengono uno dei dipinti più enigmatici del Rinascimento. Anche in questo caso lo sfondo del dipinto costituito da montagne, un tranquillo fiume ed alcuni caseggiati è stato modificato; tra le due montagne si staglia l’ambasciata inglese a Roma di sir Spence, che nella sua maestosità si rispecchia sul corso d’acqua.

Ovviamente siamo riusciti a contattare tempestivamente gli autori dell’opera per renderli edotti del ritrovamento e poter restituire ciò che loro appartiene.

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