Reportage da Ventotene /5

Quinto appuntamento con l’isola di Ventotene. Il murale che vi presentiamo oggi 27 giugno, anch’esso sostenuto dal muro di protezione del porto nuovo è opera di Enrica Iaccio, Valerio Ricciardi e Giovanni di Meglio,  i quali per amore dell’isola hanno messo a disposizione il loro talento. Questo Murales è stato il loro battesimo artistico nell’ambito della street art poiché non si erano mai cimentati nel realizzare un’opera su una superficie così grande. Anche loro (oltre ai curatori ufficiali che qui vogliamo citare: Lorenzo Pandolfi, Alessio Castagna e Marta di Meglio) sono tra motori propulsivi del progetto “Blue Flow” di cui ciò che stiamo presentando è la prima fase. Il progetto nasce all’insegna dei colori in cui sono stati accomunati alcuni street artist della capitale, pittori ed abitanti dell’isola insieme ai bambini della scuola locale. Lo scopo, oltre a puntare alla valorizzare di alcune aree degradate dell’isola, mira all’aggregazione culturale dei giovani mediante il mantenimento attivo della sua memoria storica. Dall’antica Pandotéira, nome datole dai greci poi latinizzato in Pandataria dai Romani, due millenni di storia hanno attraversato l’isola, primadonna della storia, per divenire cuore pulsante dell’Unità Europea quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, durante il confino cui furono relegati dall’oppressione fascista, intuirono, dando corpo a quella che sembrava solo un’utopia,  la grande idea di una Europa di Popoli fratelli, compendiandola nel loro “Manifesto di Ventotene”.

Nell’opera sono presenti due simboli indiscussi di Ventotene, riconosciuti, a prima vista, da tutti coloro che vi hanno posato piede anche una sola volta: il caratteristico faro che guida i naviganti nelle notti buie e la mongolfiera, con cui, nel corso dei festeggiamenti dedicati a Santa Candida, i più giovani dell’isola si cimentano, dopo averla realizzata con carta leggerissima e intelaiatura di spago ed averla colorata con colori vivaci, nell’inviarla il più alto possibile nelle notti stellate settembrine, scortate da una sorgente infiammata che ne scalda l’aria in esse contenute e le rende suggestivamente visibili.

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l’opera (dimensioni mt. 12 X 3 c.a.)

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un particolare

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