Mammut a Rebibbia /3

Riprendiamo e terminiamo il discorso sul progetto Mammut a Rebibbia; il 12, 13 e 14 giugno venne organizzata una grande festa per celebrare l’avvenuto recupero alla collettività di spazi abbandonati in un quartiere periferico della città di Roma, dove è stato costruito un mastodontico penitenziario, famoso in tutta Italia, ma dove, paradossalmente, per i cittadini e specialmente per i giovani, nulla è stato fatto. Un campo abbandonato, pare in odor di mafia capitale, è stato liberato e strutturato in modo tale da divenire un vero e proprio luogo di aggregazione per i giovani della zona. Durante quella bella festa portata avanti con tanta musica, ottime mangiate, degustazioni di buone birre, si sono esibiti ed hanno realizzato delle opere sublimi, tre street artist, ormai di fama mondiale, tra i più attenti ai bisogni della gente specie dei più deboli, senza nulla togliere a tutti gli altri street artist, un mondo che fortunatamente, nessuno escluso, è per antonomasia molto impegnato nel sociale. Nelle prime due puntate avevamo presentato il gioioso Mammut, simbolo del Comitato di Quartiere, realizzato da Zerocalcare e la coppia di  innamorati troppo innamorata realizzato da Aladin. Questa sera è la volta del terzo artista venuto a Rebibbia; si tratta di Blu, seguiamolo nella sua forte satira contro il vigente sistema di potere tutto impegnato a limitare le libertà individuali di chi, siano essi migranti, giovani senza lavoro, padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro, non è perfettamente in linea col pensiero di una classe dominante che si sta chiudendo a riccio nel proprio sterile mondo. Siamo in via Ciciliano, la parete è quella di uno dei palazzi delle case popolari.

E qui di seguito tre immagini riprese in tempi diversi dal sovrastante vivaio di via Adolfo Marco Boroli:

3.2     3.3

3.4

Una sequenza, ora, di particolari per meglio cogliere l’intensità dell’opera:

3.5     3.6

3.12     3.8     3.7

3.11     3.10

3.9

E prima di lasciare il sito, ci concediamo un ultimo sguardo a questa stupenda opera:

3.13

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.