Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /452

Facciamo un salto grande grande al 510 avanti cristo; siamo a Roma e regna Tarquinio il Superbo.

Durante l’assedio da parte di Roma a Ardea, tutti i figli dei nobili colà impegnati, in un momento di stanca del conflitto decisero di tornare di nascosto a Roma per vedere cosa stessero facendo le loro mogli.

Buona parte di esse fu trovata dedita a banchetti e lussurie di ogni genere, tranne una, una certa Lucrezia, moglie di Collatino, che famosa per la sua discrezione, venne trovata a tessere. Il figlio di Tarquinio il Superbo, tal Sesto Tarquinio, invaghitosi di Lucrezia, con un sotterfugio, la costrinse, mano alla spada e ricattandola di disonorarla bagnandola col sangue di un servo, a sottostare alle sue voglie lascive.

Sesto Tarquinio se ne torno soddisfatto della sua opera all’assedio di Ardea, pensando che nulla sarebbe trapelato del suo misfatto. Lucrezia invece, la cui villa si trovava dalle parti della attuale “La Rustica” (allora si chiamava Collatia ed era stata conquistata ai Sabini da parte di Tarquinio Prisco) convocò immediatamente il padre e il marito Collatino che portarono con loro anche il loro amico Giunio Bruto. Lucrezia raccontò quanto era accaduto; sopraffatta dal dolore e non riuscendo a sopportare l’onta subita estrasse un pugnale da sotto la veste e si uccise.

I tre provocarono una grande sommossa popolare che sotto la guida per l’appunto di Giunio Bruto portò, nel 509 a.c. alla cacciata dei Tarquini e all’instaurazione della “Res Publica Romana” che come istituzione della Città Eterna resse per 500 anni.

La figura di questa donna tra le più famose della storia romanzata di Roma e conosciuta da tutti come “Lucrezia Romana” torna questi giorni alla ribalta delle cronache grazie al progetto “GRAart” già abbondantemente trattato nelle pagine web del progetto FotografiaErrante.

Proprio sulla via che conduce ad Ardea, dove i rampolli dell’aristocrazia romana andarono duemilacinquecento anni fa a porre il loro assedio, e oggi chiamata proprio via Ardeatina, quando questa sottopassa il Grande Raccordo Anulare, sui grigi muri del manufatto del ponte autostradale, lo street artist Diamond ha voluto rappresentare, con due ritratti, la sua visione di questa donna. Lo ha fatto, come suo stile, idealizzandola in una bellezza sconfinata e moderna, ricca di sensualità.

Il primo ritratto di Lucrezia lo abbiamo già presentato col “Murale al Giorno 446” del 2 febbraio scorso; il secondo lo presentiamo questa sera ed è stato realizzato dall’artista nel gelo siberiano di ieri 27 febbraio.

Elemento comune ai due pezzi: mani, mani misteriose, tolkieniane, che attanagliano, aggrediscono, rubano la bellezza, la felicità, il fiore della vita; ma nulla possono contro la bellezza assoluta di Lucrezia!

il secondo ritratto di Lucrezia

rare presenze umane

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passaggi veicolari………… tanti

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