Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /466

Murale al giorno specialissimo quello di oggi. La nostra rubrica simbolo, quella del Murale a Giorno, per la prima volta lascia le mura domestiche, quelle romane, e si allunga per oltre duemila chilometri a nord-est per andare a registrare un murale di tutti rispetto. Qualcuno direbbe, e a ragione, “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto“. Ormai impazienti da qualche anno (almeno tre?) di trovare una mattina, nel corso di una delle nostre tante scorribande ciclistiche, un pezzo di Hogre, ed essendo andate a vuoto tutte le nostre aspettative, avuta notizia certa che il maestro ne avesse realizzato uno a Varsavia, sua seconda città di adozione, non abbiamo esitato nemmeno un secondo e, mosse le nostre importanti pedine mediateche, in quattro e quattr’otto, ci siamo catapultati nella capitale della Polonia.

Proviamo a descrivere, chiudendo gli occhi per poterci concentrare meglio, il sito che abbiamo visitato:

Il posto è sulla scalinata per arrivare alla stazione di Warszawa Powisle: siamo in zona centrale, si tratta della fermata del treno precedente a Warszawa Centralna (stazione centrale). La struttura fa parte dello storico e noto ponte Poniatowski (Most Poniatowskiego), un lunghissimo ponte che attraversa il fiume Wisla (Vistola per noi italiani), connettendo il quartiere di Powisle a quello di Praga. Il ponte è stato costruito tra il 1904 e il 1914, danneggiato e poi ricostruito dopo entrambe le guerre mondiali, fu rinominato in onore del principe Poniatowski dopo l’indipendenza polacca nel 1918. Sentito l’autore in merito alla scelta del sito espositivo, ci ha detto di averlo fatto per la sua architettura, immaginando l’atmosfera che avrebbe creato il murale piazzato proprio alla fine della prima scalinata.

Il titolo del pezzo è “Majasonic” (le dimensioni in altezza sono di circa quattro metri) ed è un lavoro in memoria di Maja.

Beh, ora è il momento di cedere la parola a Hogre stesso, che accenna in una sua “confessione non estorta” a questa misteriosa Maja, a quanto pare per lui una entità superiore, qualcuno che ha sicuramente molto influito sulla sua formazione culturale.

“La ricordo così, piena di energia, spiritosa e sorridente. Appassionatissima di musica, nel suo piccolo appartamento aveva quattro stereo portatili, uno per ogni stanza (soggiorno, bagno, cucina e camera da letto), l’impianto stereo più grande con due casse era quello del soggiorno. Amava la musica classica e il jazz e apprezzava le sperimentazioni. Rimase molto colpita dal primo album degli Assalti Frontali “Terra di nessuno”. Diceva che il Rap era la musica che meglio di tutte potesse esprimere la rabbia e la voglia di cambiamento contro un sistema falso e patinato. Avevo forse nemmeno quindici anni quando mi regalò il secondo album dei “The Roots”: “Do you want more?!!!??!”… 

Mi commuove ripensarla, immaginando come avesse varcato la soglia di Ricordi o un altro di questi grossi negozi musicali. Pensare a come abbia passato mezz’ora, o forse un’ora buona, ascoltando vari album nella sezione HipHop, e dopo aver scovato l’album dei The Roots con la copertina blu abbia additato il cassiere: “questa è robba buona giovanotto”; forse alludendo al resto della molta merda che solitamente alberga questo genere di negozi.

Di aneddoti come questi su Maja ce ne sono tantissimi, era una “rock star” nell’anima e nell’attitudine. Ma soprattutto Maja era una persona vera, la sua identità era immune a qualsiasi segno del consumismo, come prima fu impermeabile al grigiume del regime comunista; il suo spirito indipendente stava anni luce sopra quello che ascoltava, quello che vestiva o i film che guardava eccetera…

Maja è sempre stata imbattibile per spontaneità e ineguagliabile nella sua unicità.

Di lei mi resta oggi questo simbolo, che ho provato a riprodurre sulla parete di un ponte nel centro di Varsavia, la sua città. E’ molto più forte di una mano di vernice che potrebbe ricoprirlo o del deterioramento del tempo, perché nella mia mente è eterno e indelebile.”

Maja nel cuore di Hogre

il sito espositivo

primo piano di Maja

incontro ravvicinato

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