Per luoghi misteriosi /45

Articoli precedenti interessanti il sito visitato: 42, 43, 44

Ed eccoci finalmente al rush finale dentro la antichissima cartiera del basso Lazio. Come tutti sapranno, le cartiere, per funzionare hanno bisogno di tanta acqua, e normalmente sono situate sulla sponda di un fiume. Questa non è da meno, il fiume interessato è il Melfa, breve corso d’acqua ma sempre attivo che si abbraccia, dopo una quarantina di chilometri dalla sorgente, al fiume Liri dalle parti di Roccasecca. Come tutti i corsi d’acqua del Lazio, anche il Melfa è dedicato ad una divinità ancestrale preromana, nel caso particolare a Mefite cui sembra sia proprio dedicato un tempio i quali resti sono stati trovati nei pressi della sorgente.

Nella prima parte della nostra visita (articolo 44) abbiamo attraversato i locali che potremmo definire amministrativi della cartiera; stanzoni senza traccia di particolari coreografie e probabilmente deputati ad accogliere tante scrivanie con impiegati prima bravi nella calligrafia, poi bravi e soprattutto nella battitura a macchina da scrivere. Ora dopo l’attraversamento della porta controllata da questo signore

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Entriamo quindi in un immenso salone; qui troviamo alcuni manufatti in legno o muratura e alcuni pezzi.

Mleko
Mleko

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Ora è il momento di entrare nell’ambiente più bello di questo edificio, e forse anche il più importante; la Cattedrale: un immenso forno, una parte soppalcata, vasche e vasconi disposti dappertutto, aperture e vani sul pavimento che mettono in comunicazione l’ambiente con stanzoni che si trovano al piano inferiore.

facciamo qualche passo e cerchiamo di avvicinarci a quel pezzo che si vede lì in fondo.


un volto incastonato sulla parete di quello che ha tutta l’aria di essere un forno
primo piano del pezzo di Oniro

Alcuni passi indietro!

ci viene voglia di salire quella scala, la imbocchiamo e su tutto d’un fiato

Non riusciamo a capire a cosa fosse adibito questo ambiente; la presenza di tutti quei colori per terra fa pensare che qui ci fosse un deposito di prodotti chimici destinati alla produzione della carta, alla sua colorazione e cose così.

la presenza di un lato tutto maiolicato con una enorme cappa potrebbe far pensare invece alla presenza di una cucina, magari quella a servizio della mensa aziendale della cartiera; ma in questo caso saremmo in presenza di una vera e propria avanguardia culturale del mondo del lavoro.

Riteniamo quindi più logico che la presenza di questa area con lavandini e cappa fosse utilizzata per lavorazioni di colori, cellulose e quant’altro necessario per la produzione della carta.

Da questo ambiente utilizzando un’altra scala, saliamo sul tetto terrazzato dell’edificio e approfittiamo per guardarci intorno.

La zona ingresso della cartiera affacciata sulla strada pubblica

i camini della cartiera

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Torniamo di nuovo a livello cattedrale e curiosiamo nei locali limitrofi.

E qui troviamo l’ultimo pezzo della giornata. L’autore è sempre Oniro, che qui si firma con la sua prima Tag, Mleko; è citata anche la sua Crew, la EDF

Si è fatto tardi, torniamo rapidamente sui nostri passi e imbocchiamo in senso inverso quella scala che avevano, entrando, percorso in salita.

Siamo fuori, l’edificio della speculazione che ci troviamo di fronte ci riserva un paio di graffiti.

E ci ricordiamo di un pezzo che, lì dentro, non avevamo potuto registrare per la presenza di forte contrasto luminoso; ma ora, complici un paio di nuvoloni, cerchiamo di approfittarne.

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