Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /517

Torniamo, dopo una breve pausa di riflessione, a parlare dell’arte pittorica di strada, meglio conosciuta, ai più, semplicemente come Street Art. E lo facciamo andando in quel brutto posto che è una delle ignobili ferite inferte a una città che non merita tanta cattiveria nei suoi confronti. Stiamo parlando della strada a scorrimento veloce, ai Romani conosciuta come “Il muro torto”, che ha condannato all’oblio culturale una delle zone più incantevoli e ricche di storia della Città Eterna; le mura Aureliane nel lunghissimo tratto, quello dove sono meglio conservate, che va da piazza della Croce Rossa a Piazzale Flaminio. Sotto scorrono veloci auto e moto, sopra, tra svincoli tracciati per forza, tratti di mura recintate da alte cancellate, regna sovrano il degrado urbano.

Lì, in un nascosto fazzoletto di terra chiuso fra una ringhiera che lo separa dal sovrappasso, un’alto muraglione che lo divide dalla sottostante strada a scorrimento veloce e un breve tratto di antiche mura, un Homeless di nome Nereo, benvoluto e protetto da tutti gli abitanti della zona, aveva piantato una tenda e ne aveva fatto la sua dimora. Lui, che aveva girato il mondo per fare il muratore, si era isolato in quel fazzoletto di terra. Tutto, dal quel lontano 1998, andava per il meglio: Nereo passava le sue giornate in giro per il quartiere, tutti cercavano di aiutarlo, tutti gli volevano bene.

Fino al 7 gennaio scorso, quando, alla 5 di mattina, una autovettura lo ha travolto, lasciandolo lì per terra vicino al luogo da lui eletto a propria casa. L’autista dell’autovettura se l’era data a gambe, ma aveva lasciato traccia di se sul posto, frammenti del vetro anteriore della sua Smart, un tergicristallo e altri pezzi dell’autovettura; e almeno un centinaio di impianti di videosorveglianza della zona avevano registrato il passaggio della Smart vistosamente incidentata. Per Nereo purtroppo non c’era stato nulla da fare, era morto. Per l’investitrice, invece dopo pochi giorni scattarono le manette e sicuramente l’esito dell’iter giudiziario, ancora il corso, non le darà tregua per tutto il resto dei suoi giorni.

Nero, che ha lasciato una ferita nel quartiere, viene oggi ricordato su quella ringhiera che proteggeva la sua piccola dimora fatta di stoffa.

In particolare, vogliamo soffermarci su un breve scritto, lasciato lì da una persona che sicuramente lo aveva conosciuto bene e ne ammirava la personalità. Invitiamo tutti i frequentatori del progetto culturale “FotografiaErrante” a soffermarsi nella sua lettura.

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Veniamo ora al motivo del nostro interessamento a questo grave fatto di cronaca avvenuto circa sei mesi fa. Qualcuno, nel mondo della street art ha valuto, non ricordare, ma portare all’attenzione di tutti la tragica storia di Nerio. I giornali hanno attribuito l’opera di cui parleremo fra poco, a fantomatici anonimi artisti. Noi invece, in merito abbiamo un vero e proprio scoop! Ieri notte, una nostra conoscenza, un artista già passato attraverso le maglie di FotografiaErrante (sei articoli ne parlano, basta digitare il suo nome sulla finestrella che appare nella Home Page), ha esposto, su una parete che sovrasta il Muro Torto, proprio sotto l’area dove viveva Nereo, un poster di grandi dimensioni, con il ritratto di Nereo stesso.

L’artista è Mauro Sgarbi, l’uomo che anni fa colpì la nostra immaginazione con i suoi “Alberi Antropomorfi“. Ecco come lui vede Nereo:

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il poster visto dal sovrastante Corso d’Italia e dal marciapiede opposto di via del Muro Torto

Su quella strada a scorrimento veloce, la gente ha un attimo solo per accorgersi di Nereo, ma il colore che svetta nel grigiume circostante, sicuramente attrae l’attenzione di chi passa.

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una piantina per Nereo

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A margine della nostra visita al sito, ci preme registrare, nella sottostante area adibita a fermata per i mezzi pubblici che percorrono questa strada a scorrimento veloce, un discreto fermento artistico che va dal writing alla ricerca artistica più sofisticata. Abbiamo selezionato due buoni esercizi calligrafici.

E il passaggio di Qwerty, anche lui già entrato nell’Olimpo del nostro progetto culturale.

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