Per luoghi misteriosi /99

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Ed eccoci arrivati alla meta della nostra sgambata ciclistica; accompagnati dal maestro superiamo un cancello stranamente aperto e percorriamo un piccolo viale sterrato e dopo alcuni metri ecco un fagiano che saltella davanti a noi e sembra voglia fare gli onori di casa; poco dopo gira repentinamente a destra, si infila in un cespuglio e scompare. Noi continuiamo la nostra camminata, poi giriamo a destra attraversiamo un grande campo dove la vegetazione domina tutto. A fatica raggiungiamo un edificio decrepito li in fondo. Da qui inizierà il nostro reportage.

Percorreremo in lungo e in largo il sito, entreremo in piccoli edifici, registreremo un pezzo, poi andremo in un altro posto e magari torneremo dove eravamo già stati. Questo piccolo caos organizzativo è dovuto al fatto che abbiamo deciso di presentare i pezzi nello stesso ordine in cui sono stati realizzati da Orgh, il nostro ospite, che ci accompagnerà a vedere i suoi pezzi realizzati nel corso dell’isolamento forzato cui lui, come tutti noi, è stato costretto in questi ultimi due mesi.

Entriamo quindi nel primo edificio che è anche il più lontano dal luogo di ingresso e anche il più difficile da raggiungere, a causa di alcune insidiose buche lungo il tragitto e alla presenza, come avevamo già accennato, di una vegetazione tipo foresta vergine che fa di tutto per impedirti di procedere speditamente.

Si tratta di un edificio “sui generis“, dove le pareti testimoniano il trionfo del graffito; infatti attorno al pezzo di Orgh, magistralmente incastonato nel muro, ci sono centinaia di graffiti primordiali realizzati con oggetti appuntiti o matite; solo una bomboletta viola ha accennato qualche incomprensibile parola. Abbiamo letto date che ci hanno riportato, anche abbondantemente, allo scorso millennio.

Rogh di Orgh
l’ambiente espositivo

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Per andare a vedere il secondo pezzo realizzato da Orgh dobbiamo tornare sui nostri passi e andare a cercare, vicino all’ingresso, la casa, la più elegante di quelle che abbiamo visto qui, che con molta probabilità fu del fattore che gestiva l’azienda per conto del padrone. Pareti ben dipinte anche a distanza di trent’anni; pavimenti di maioliche con battiscopa in tinta.

Qui ci sono diversi pezzi, ma per rispettare quanto ci siamo proposti, ne vedremo uno, ma poi torneremo.

il secondo pezzo di Orgh visto sulle alte luci

il colore celeste tenue della parete e quei fili di colore che scendono sotto il pezzo danno la sensazione che il pezzo galleggi nell’aria.

qui le ombre presenti nella stanza ci riportano alla realtà; verrà il momento di vedere anche quel pezzo lì a destra

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Il terzo pezzo in ordine cronologico lo andiamo a vedere poco distante. Orgh lo ha realizzato all’aria aperta, sul muro esterno di un piccolo magazzino; si tratta di una parette tutta mattoni che nasconde le ombre anche quando il sole batte inesorabile.

il terzo pezzo di Orgh

Che ora ci vediamo in due diverse angolature.

grandangolo
50 millimetri

continua…………………………

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