Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /364

Per presentare il murale al giorno di oggi 25 dicembre dobbiamo andarci a rivedere il murale al giorno 282 del 17 maggio scorso. Quel giorno ce ne andammo ai margini della Roma costretta dal Grande Raccordo Anulare, proprio lì dove le carreggiata interna è fisicamente separata dalla carreggiata esterna da un agglomerato urbano (si fa per dire) meglio conosciuto come “I Lampadari”.  Il vecchio GRA, quello a due corsie per ogni senso di marcia, in quasi tutto il tratto fra le vie Tuscolana e Appia, era lateralmente imbrigliato, fino al giubileo del 2000, da due strade laterali, non ricordiamo se a senso unico o addirittura a due sensi; l’opposizione dei residenti e dei negozianti impedì che queste due strade fossero sacrificate a favore della terza corsia e si arrivò alla cosiddetta variante dei Lampadari. Secondo noi un’ottima scelta, inizialmente avversata da verdi ed ambientalisti e diciamo anche da una parte della politica, quella più sensibile per l’appunto ai richiami ambientali e culturali (sono state sacrificare alcune aree archeologiche importanti), che ha permesso di realizzare un GRA molto scorrevole ma al contempo ha firmato la condanna a morte, e sociale e commerciale, della zona Lampadari. Dei tanti negozi ne sopravvive a malapena qualcuno; residenti pochissimi, una desolazione insomma! Tutta la zona risente quindi del degrado di queste due strade laterali che sono quasi sempre stracolme di automobili che aspettano il loro turno pere immettersi sulle corsie interne del GRA in prossimità delle due strade consolari. Il disinteresse delle istituzioni ha fatto poi il resto. C’è comunque chi si oppone a questo stato di cose e sta cercando, attraverso il grimaldello dell’arte di strada, non di riqualificare bensì di richiamare l’attenzione della gente su una realtà degradata della periferia romana al fine di scuotere il sistema dal torpore e spingerlo a fare ciò di cui la gente ha bisogno. Questa volta è stato fatto con l’aiuto di una raffinata street artist, Camilla Falsini, che abbiamo avuto occasione di conoscere, quando a suo tempo, abbiamo presentato sulle pagine di  FotografiaErrante gli interventi del Progetto M.U.Ro. Camilla interpreta con il suo stile solare i “Bucrani”, quei soggetti di teschi di bue ed altri animali propri del’arte romana, usati per decorazioni in aggiunti festoni. Su tutti i monumenti dell’antichità non solo romani ma anche greci e mesopotamici ricorrevano i bucrani intesi come simbolo di rinascita e fertilità. Gustiamoci ora il grande pezzo realizzato da Camilla Falsini sul muro di contenimento della rampa, proseguimento di viale Kennedy, che permette ai cittadini di Ciampino di accedere, in tutte le direzioni, al Grande Raccordo Anulare. Le dimensioni, come si può intuire, sono enormi. Buona visione!

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il pezzo

Come di consueto, ci gustiamo i cinque componenti dell’opera, spostandoci da sinistra a destra

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un po’ d’ambiente

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