Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /436

Questa sera passiamo con piacere un nuovo doppio del Collettivo Novecento, apparso di recente in piazza di Porta Maggiore al rione Esquilino. Sempre sul filone del cinema italiano del secolo scorso, in particolare la grande stagione dell’affermarsi del pensiero rivoluzionario in ogni campo della cultura, i poster affissi questa volta dal duo Elia Elia e Leonardo Crudi trattano di due film agli antipodi l’uno dall’altro.

Il primo è di Umberto Lenzi, regista scomparso proprio questi giorni, famoso per essere stato il massimo esponente del film poliziesco all’italiana, filone inaugurato da Steno nel 1972 con “La Polizia ringrazia”. Il film ricordato da Elia Elia è La banda del Gobbo, girato da Lenzi a cavallo fra il 1977 e il 1978. Una particolarità: la figura del Gobbo non ha nulla a che vedere con Giuseppe Albano, più conosciuto come il Gobbo del Quarticciolo, antifascista e partigiano novello Robin Hood che, a Roma durante l’occupazione tedesca di nazisti e fascisti, toglieva (il pane) ai ricchi per darlo ai poveri.

IL secondo è di Domenico (Nico) D’Alessandria, regista che ci ha lasciato nel 2003; lui, molto attento ai fermenti culturali degli anni sessanta, venne influenzato dal pensiero di Pier Paolo Pasolini e fu uno dei maestri del cinema sperimentale italiano del secondo novecento. Il suo film (Il canto d’amore di Alfred Prufrock) ricordato nel poster da Leonardo Crudi è un cortometraggio (dura circa 20 minuti), fu realizzato come tesi d’esame del suo diploma in regia nel 1967; tratta dell’interpretazione della famosa poesia di Eliot “Il canto d’amore di J.A.Prufrock”, letta da Carmelo Bene ed incorniciata da musiche di Luciano Berio, dove il regista appariva anche come attore.

Ecco ora i due pezzi:

     

Elia Elia                                                                                           Leonardo Crudi

la parete espositiva

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