Rispolveriamo la rubrica sui “Muri Liberi”, quei muri da noi non assiduamente frequentati dove ogni tanto ci piace passare. Quello di stasera, è un muro (quasi)libero sui generis; è costituito da tutta una serie di pilastri mastodontici, in cemento armato, che sorreggono un lungo tratto della via Portuense, dove questa scavalca l’asse viario di via Isacco Newton.
Il connubio fra queste due grandi arterie ha relegato, in un angolo praticamente invisibile anche all’occhio dell’attento osservatore, una perla della Roma ottocentesca, il microscopico Cimitero della Parrocchietta; la prima volta che lo abbiamo visto, proprio grazie alla nostra passione per la street art, immediatamente l’immaginazione ci ha portato alla Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, divinamente cantata dal forse più grande poeta musicale del Novecento, Fabrizio De Andrè.
Su uno di quei pilasti è di recente apparso un pezzo realizzato a quattro mani da Hoek e Hero; eccolo
Hero e Hoek per il giorno dell’Immacolata
il pezzo nell’ambiente; a destra il muro che circonda il minuscolo Cimitero della Parrocchietta
Ovviamente non ci priviamo della ghiotta occasione di vederci anche gli altri pezzi esposti sui muri, e non solo, di questo sito che può essere raggiunto solo con un mezzo di locomozione e solo se si proviene dai Colli Portuensi. Ecco un resoconto praticamente esaustivo, iniziando da una visione d’insieme dell’ambiente:
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Ed ora tuffiamoci nei dettagli. Il primo pezzo che vedremo è molto datato, pensiamo almeno 3 o 4 anni; su di lui si è sovrapposto, nel tempo, un esercizio calligrafico che non ha fatto altro che esaltarne la spettacolarità infatti ora sembra che quei personaggi abbiano un proscenio su cui recitare
il pezzo di Gojo
E sempre di Gojo è il prossimo pezzo che lui ha realizzato sulla sponda di un cassone di camion, lì abbandonato da una vita; ecco il pezzo
un lupo/cinghiale/facocero dell’immaginario di Gojo
il sostegno espositivo
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uno dei due pezzi di Mars1 presenti nel posto
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sopra e sotto: tre esercizi calligrafici di pregevole fattura
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Sull’enorme manufatto in cemento armato che sostiene l’inizio del viadotto, un anch’esso enorme esercizio calligrafico
il pezzo di Erto e Come
E per finire ecco una serie di strumenti musicali appoggiati qua e là che fanno pensare che vi siano in giro degli orchestrali pronti a suonare da un momento all’altro