CRONACA DELLA GIORNATA:
Questa mattina siamo stati svegliati di buon’ora dal nostro bel oliato sistema informativo con la notizia che era apparso un poster che nottetempo TV-Boy aveva postato in via dei Polacchi (Rione Campitelli). Siccome l’argomento trattato dallo street artist era, guardacaso, politicamente scottante, siamo stati invitati a fare presto, pena: trovare il pezzo rimosso dalle autorità!
Armati di due ruote, ben oliate anch’esse, siamo partiti alla volta del centro. Evitati sapientemente ingorghi e nefaste salite, siamo arrivati trafelati sul posto e, con nostra somma soddisfazione, abbiamo trovato il pezzo di TV-Boy integro!
Ecco, allora, si tratta di un poster a tecnica mista in acrilico e spray! L’argomento trattato è lo strapotere che il nostro ministro degli interni ha imposto a tutta la compagine governativa. Lui gira in lungo e in largo l’Italia a fare propaganda elettorale, passa il suo tempo a farsi i sefie con i suoi sostenitori (ma pare che questi ultimi tempi anche con i selfie non tutto sembra andare liscio, come se qualcosa si stia leggermente rompendo); qualcuno gli rinfaccia anche di non mettere mai piede nel ministero di sua competenza, ma forse è meglio così.
Una particolarità del pezzo: sul davanzale della finestra che incornicia quel buffo signore che si fa il selfie, c’è un gatto tigrato sul cui collare spicca il suo nome: Tobia! Forse è solo un caso di omonimia ma un gatto, anche lui tigrato e anche lui di nome Tobia, era l’amatissimo felino di proprietà di uno statista italiano vissuto nella prima metà del secolo scorso; il suo nome era Mussolini e tra le quattro cose che fece si ricorda che portò l’Italia in guerra al fianco del Nazismo che causò solo alla popolazione italiana oltre 470mila morti, azzerò la Democrazia, abolì il parlamento, uccise/incarcerò/riempì di olio di ricino migliaia e migliaia di oppositori, emanò le odiose e inumane leggi razziali che mandarono nei lager e poi nei forni crematori migliaia e migliaia di ebrei italiani. Tobia appariva spesso a fianco del duce, il quale lo amava a tal punto da far collocare un suo ritratto nella sala mappamondo a Palazzo Venezia.
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Nell’attesa che intervenisse chi di dovere per distruggere questo pericolosissimo poster, ci siamo dedicati a tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno interagito col pezzo; tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo trovato anche il tempo di surriscaldare la nostra macchina fotografica. Ecco qualche immagine ripresa nella mattinata.
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Parte Prima: passaggi
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Parte seconda: passanti interessati
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Parte terza: motociclisti
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Parte quarta: il motociclista frettoloso
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Parte quinta: le pulizie
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Parte sesta: i bravi reporter
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Parte settima: i fotografi alla ricerca dello scatto del secolo
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Parte ottava: smartphone
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Parte nona: donne, che al contrario di quanto di dica, non amano Salvini!
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E…. ops! Stavamo perdendoci il finale
Nel primo pomeriggio ecco arriva la tanto attesa polizia. Un primo sopralluogo.
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Visto che l’intervento classico della scientifica, dei Vigili del Fuoco e dell’AMA si protende troppo nel tempo, si passa al metodo spiccio: Iniziamo la rimozione!
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NDR- il previsto articolo sulla cronaca finale della visita alla Cartiera abbandonata del basso Lazio è rinviata, con le stesse modalità, a domani sera!