Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /76

Questa sera torniamo un attimo a S.Lorenzo, lo storico quartiere di Roma, vittima, per la sua matrice genuina e popolare, delle aggressioni fasci-naziste prima e poi dei bombardamenti alleati per la sua vicinanza allo strategico scalo ferroviario merci di Roma S.Lorenzo. Due giorni fa, dopo la presentazione su questa rubrica di un’opera di Carlos Atoche, ci eravamo lasciati con l’accenno ad un piccolo giallo che interessava un’altra opera di questo artista italo/sudamericano. Stasera ne parliamo e ve la presento, anzi ve le presento, perché le opere sono diventate due. Alcuni mesi fa, se non erro eravamo a Marzo di quest’anno, passando di fronte al Centro Sociale occupato “Communia”, in via dello scalo di S.Lorenzo, ho intravisto un’opera che ho attribuito immediatamente a Carlos: i suoi personaggi sono inconfondibili. Sono entrato e l’ho fotografata; essendo poi l’opera in corso di realizzazione, questo rito si è ripetuto, nel corso del tempo, per tre o quattro volte, sempre con la speranza, da parte mia, di incontrare Carlos Atoche in persona per poterlo conoscere e scambiare quattro chiacchiere con lui, ma la cosa alla fine si è rivelata vana. In una delle visite, che non era sicuramente l’ultima ho ripreso questa immagine che, non essendo ancora quella finale, comunque rendeva bene l’idea di quale fosse l’obiettivo finale…..

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Giorni fa, con mio sommo stupore, recandomi nuovamente a Communia, mi sono imbattuto in un dipinto completamente diverso, solo il volto in primo piano era stato conservato nel suo originale splendore, tutto lo sfondo e la parte alta del copricapo che dalla serranda trasbordava sul muro erano stati cancellati, anzi, per la precisione, erano stati coperti con una mano di vernice bianca. Conoscendo di fama l’artista, ho subito pensato che quell’azione non fosse farina del suo sacco, quindi il mio pensiero è corso lontano, alla seconda metà del cinquecento, quando, dopo il concilio di Trento, si coprivano con pennellate di stoffa (le braghe) le nudità dei corpi maschili e femminili presenti in dipinti ed affreschi, e nei palazzi signorili e nelle chiese. Ma mi è anche venuto di pensare alla pesante mano della censura cosiddetta democratica che si è abbattuta sull’opera dell’artista Blu realizzata di recente nel quartiere di S.Basilio. Ed invece nulla di tutto ciò; sarebbe troppo bello farvi conoscere le motivazioni di questa azione, secondo me sconsiderata, ma per pudore intellettuale mi taccio; ognuno ci faccia sopra le considerazioni che vuole!

Per me l’immagine pittorica dà la sintesi, visiva, di situazioni di grande complessità sentimentale o intellettuale. L’immagine pittorica esprime in modo chiaro, semplice ed efficace contenuti molto complessi, e li rende comprensibili a tutti. “(Pier Paolo Pasolini)”

Eccovi come si presenta oggi il dipinto di Carlos Atoche:

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