Facciamo un salto nell’iperspazio e torniamo nel luogo senza tempo visitato il 28 febbraio scorso (murale al giorno numero 143); siamo nel posto segreto di Groove. Col nostro girovagare siamo incappati più d’una volta in questo tipo di posti, un po’ misteriosi, lontano da occhi indiscreti dove gli artisti si rifugiano spesso, forse in cerca della propria dimensione; di questi “atelier” sui generis ce ne sono nella media periferia della città, nelle campagne dell’agro Romano, anche nelle province limitrofe; basta fare attenzione ad un cascinale dismesso, ad una casa cantoniera abbandonata, ad una fabbrica lasciata marcire da industriali di pochi scrupoli che smaltiti i contributi statali se ne sono tornati al nord lasciando il deserto dietro di loro; in quei luoghi potrebbero essere nascosti dei piccoli capolavori.
Iniziamo l’esposizione:
opera realizzata a quattro mani da Groove e Martina Cips
i ferri del mestiere
seconda opera di Groove
la stessa inserita nell’ambiente