Ventotene ed il confino; negli anni più bui della storia della storia dell’Italia, giovane nazione unificata col sacrificio di tanti patrioti che nel corso del diciannovesimo secolo, dal nord al sud, diedero vita alla rinascita della cultura italica, Ventotene si è ritagliata un ruolo di primo piano. Già destinataria, la sorella isoletta di S.Stefano era sede di un carcere costruito dai Borboni a fine settecento, di ergastolani condannati per i reati più efferati, divenne ben presto la meta, non gradita, dei patrioti che parteciparono ai vari moti rivoluzionari (dal quelli del 1997 a quelli del 1948), nel ventennio fascista vi furono relegati a confino coatto, per impedire loro di risvegliare le menti degli italiani offuscate dalla propaganda di regime, i migliori pensatori democratici; tanto per citarne due più famosi, Pertini e Spinelli, il primo ritenuto universalmente il miglior presidente della Repubblica che l’Italia abbia espresso, il secondo Padre dell’Europa unica nazione. Gli isolani risposero a modo loro a questa deportazione; in barba ad ogni previsione dei gerarchi, si rivelarono accoglienti e protettivi con i confinati; diedero loro lavoro, spesso anche da mangiare e da bere e resero meno traumatico il distacco forzoso dagli affetti e le relazioni che avevano nei luoghi da cui erano stati sradicati.
Il murale che vi presentiamo oggi 28 giugno è in tema proprio con questo momento storico dell’isola; riporta uno stralcio della lettera scritta nel 1939 dal confinato politico Vincenzo Galace; gli autori sono Alessio Castagna e Lorenzo Pandolfi, tra gli animatori del progetto Blu Flow già citato nel corso di questo breve reportage.
l’opera (dimensioni in mt. 16 X 3 c.a.)
particolare