Iniziamo oggi un viaggio attraverso i quartieri della più bella città del mondo, carica di fermenti artistici contemporanei, nonostante ci sia qualcuno (i romani) che ce la metta tutta per distruggere cultura e solidarietà, elementi propri di una civiltà carica di tremila anni di storia.
Ovviamente iniziamo dal primo: il quartiere Flaminio che prende il nome dalla via Flamina, strada consolare che si lancia verso il nord dalla porta del Popolo, incuneato tra la via stessa e l’ansa del Tevere che da ponte Milvio gira fino al ponte Giacomo Matteotti. Primo dei quindici quartieri istituiti nel 1921, nasce dapprima, intorno ai primi anni del ventesimo secolo, come zona ad alta concentrazione industriale; l’edilizia abitativa stenta a partire a causa dell’insalubrità dell’area che è soggetta a periodiche invasioni degli straripamenti del Tevere. Le prime abitazioni civili sorgono a ridosso della collina dei Parioli. L’edificazione di alcune importanti caserme e di grandi complessi di case popolari saturano successivamente tutta la zona.
Ecco ora alcune delle opere esposte sui muri del quartiere e scovate nel corso del corrente anno 2015:
opera di JBRock
l’ambiente: scalinata monumentale di scesa all’argine dal Tevere da lungotevere Arnaldo da Brescia
piazza dei Carraci, cassette postali impreziosite da piccole opere di C215
opera di Alice Pasquini, via Masaccio
presenze umane
opera di Mr. Thoms, via Pinturicchio
opera di C215, via Giovanni Paolo Pannini