Siamo arrivati ai piani alti………….. entriamo in un salone senza finestre che prende molta luce da un rialzo completamente vetrato che diffonde luce uniforme dappertutto; la parete di fronte a noi presenta una complessa opera calligrafica
Ci avviciniamo per cogliere a pieno i ricami colorati che la compongono:
Si cominciano a vedere parti di macchinari e tubazioni che si stagliano nell’ambiente. Senza soluzione di continuità, invece, le opere di lettering si sposano con armonia ai reperti industriali
Siamo giunti sulla sommità della torre nord, da quassù si gode di un discreto panorama, fatto di tanto verde, qualche villetta plurifamiliare, chiaro frutto di folli speculazioni edilizie nostrane, tanti tralicci ed un lunghissimo palazzone in lontananza; in primo piano la torre sud del complesso industriale abbandonato che fra poco visiteremo
sulla sommità enormi serbatoi che probabilmente avevano il compito di garantire un flusso continuo e regolare di acqua necessaria per tutte le fasi di lavorazione dei semi che lentamente divenivano impalpabile farina
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E giunto il momento di dare un nome al nostro accompagnatore, quello che ci ha sapientemente condotto attraverso i saloni immensi di questo grande mulino, descrivendoci i murales, decodificandone un contenuti letterari ed attribuendoli ora a singoli artisti, ora a Crew. Lui è Gojo ed ha colto l’occasione per dare imperitura memoria del passaggio in quel luogo del progetto “FotografiaErrante” realizzando due piccoli ma significativi murales:
l’artista alle prese con il primo pezzo
l’opera
Gojo mette mano alla seconda opera
eccola terminata
le due opere inserite nell’ambiente