Facciamo un salto al quartiere Portuense; lì, defilato, abbiamo trovato un murale stratosferico, fatto di varie scene che si legano armoniosamente fra loro anche se presentano soggetti diversi fra loro.
L’artista, maestro del bianco e nero, ama, per realizzare le sue opere, appartarsi in luoghi poco frequentati; non a caso abbiamo trovato spesso sue opere, tante e tutte insieme, nei luoghi abbandonati, siano essi casali di campagna o vecchie fabbriche. Lui è un ragazzo schivo che preferisce lavorare in solitudine e rifugge i riflettori della notorietà. I suoi soggetti sono gli animali, siano essi lupi a branchi, famiglie di gorilla, animali preistorici, pecore, ricci, orsi solitari. A volte i suoi soggetti assumo sembianze umane, lui si concentra sui volti che per la loro luminosità sembrano essere scolpiti nella pietra.
L’artista in questione è Groove; il muro da lui affrescato, e che ancora oggi è in continuo divenire, si trova in via di S.Passera, una stradina laterale di via della Magliana che ha una particolarità: nei giorni feriali lungo di essa fervono tutta una serie di attività artigianali ma, nei giorni festivi, come per miracolo, diventa completamente deserta, scompaiono le automobili che normalmente vi vengono parcheggiate e non una persona pensa di passarvi, anche perché attraverso di essa non si va da nessuna parte, muore nel nulla. E proprio in quei giorni, miracolosamente, Groove trova il suo atelier ideale, può lavorare nella più assoluta privacy, lontano da occhi indiscreti.
Ecco quindi una rapida carrellata sulle opere che oggi erano esposte in via di S.Passera, specificando che domani, per volontà dell’artista potrebbero essere modificate o addirittura sostituite, come peraltro già è successo di recente.
un orso alla deriva
una famiglia di gorilla
incontro ravvicinato con i vari componenti la famiglia
un bellissimo lupo
primo piano
effetto panoramico
Spostiamo ora a destra del muro e, oltre quella porta che ospita il lupo, troviamo un’altra composizione familiare:
E per finire, all’estremo destro di quel lungo murale dipinto da Groove, c’è un’immagine femminile in un immaginario ambiente bucolico spettacolarmente valorizzata dalla cornice costituita da quella meravigliosa chiesa, di Santa Passera per l’appunto, costruita (quella che vediamo) nel XIV secolo. Ma sotto di esse c’è quella originale, del V secolo, costruita nel luogo dove, si favoleggia, furono sbarcate (siamo sulla sponda destra del Tevere, proprio di fronte alla basilica di S.Paolo) le spoglie di un paio di santi. Una particolarità: una Santa Passera non è mai esistita, l’appellativo è derivato dalla storpiatura, nel corso dei secoli, di chissà quale nome le era stato attribuito in origine. Questa Santa Passera viene festeggiata, ovviamente solo in questa chiesa, il 21 luglio, giorno dedicato a Santa Prassede, forse per la lontana assonanza dei due nomi.