Edificio Fleming /20

FotografiaErrante manca dai primi del mese di agosto dello scorso anno da questa meravigliosa perla di archeologia industriale in un perfetto connubio con la sua compagna: l’arte spontanea e popolare. Noi invece abbiamo continuato a frequentarla con regolarità registrando puntigliosamente tutti gli eventi e le trasformazioni che vi hanno avuto luogo e in proposito teniamo in una cartella del nostro pc zeppa di immagini da presentare.

L’ispirazione per tornarci l’abbiamo avuta questa mattina, quando a zonzo per Roma, in via Giulio Cesare angolo via Barletta, qualcuno ci ha fatto notare uno strano personaggio seduto sulla tabella luminosa che segnala la presenza della scala di accesso alla metropolitana, fermata Ottaviano:

Subito ci siamo ricordati di avere avuto notizia che Qwerty era stato in visita proprio alla Felming e aveva lasciato traccia del proprio passaggio. Quel famosissimo personaggio che reca un cuore o un fiore, con il corpo ad una dimensione, le scarpe palesemente da donna e la testa grande, volutamente sproporzionata, forse per contenere tanto amore e tanta conoscenza, aveva trovato alloggio sui grandi muri di quell’edificio carico di storia che una volta pulsava di vita e produceva farmaci per salvare la vita!

Ed ecco quindi che immediatamente ci materializziamo all’interno di quella fabbrica abbandonata e ce ne andiamo in giro stando estremamente attenti specie su cosa mettiamo i piedi; se non lo si vede con i propri occhi,  è impossibile immaginare la mole di rifiuti  che c’è qui; sparse qua e là ci sono poi tante botole scoperte e senza protezione che fanno vedere ambienti sottostanti anch’essi pieni di rifiuti e degni dei gironi danteschi.

Ecco ora le scoperte da noi fatte circa i pezzi realizzati da Qwerty:

il nostro personaggio qui reca in dono un cuore speciale, sembra fatto di diamanti: eccezionalmente realizzato da Ivan Fornari

eccolo in primo piano

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il secondo pezzo

esempio di perfetto connubio ambiente/arte

l’insostenibile pesantezza dell’essere

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l’ambiente

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A margine della visita abbiamo prestato attenzione particolare a realtà preesistenti nel sito; forse perché questa volta le abbiamo guardate da un’angolazione diversa e ci troviamo costretti a fare delle considerazioni che chiediamo di fare anche ai frequentatori del progetto FotografiaErrante:

la Venere degli Stracci n° 1, naturalmente realizzata da gente comune per gente comune

la Venere degli Stracci n° 2, stesso autore

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