Reportage da Ventotene /9

Riprendiamo, dopo lunga pausa di riflessione, il nostro viaggio attraverso l’Arte di Strada, settore pittorico. E  lo facciamo pubblicando le nostre cronache dall’isola di Ventotene.

Questo meraviglioso avamposto culturale porta nella sua struttura millenni di storia; dalle prime tracce di colonizzazione da parte delle genti Osce (la chiamavano Pandataria) sono poi numerosi ed importanti resti lasciati dai Romani che fecero dell’isola il luogo di confino dorato per i rampolli scomodi dell’alta aristocrazia (anche imperiale). Avveniristici interventi di alta ingegneria dotarono l’isola di un porto, della sicurezza assoluta, scavato nella roccia e tuttora efficiente (approposito di ciò, negli anni sessanta un nuovo più grande porto, realizzato con una ingentissima spesa, la notte prima dell’inaugurazione fu distrutto da una mareggiata). Da parte degli antichi romani fu messa mano ad un importantissimo impianto (oggi visitabile) di convogliamento delle acque piovane che, dopo essere state raccolte in immense cisterne scavate nel tufo vulcanico e rese impermeabili con l’uso del coccio pesto (di cui ancora oggi si ignora la formula), andavano ad alimentare le meravigliose fontane della villa imperiale di Giulia, figlia di Ottaviano Augusto, nonché le vasche per l’allevamento dei pesci realizzate a mare sotto l’attuale faro.

La storia più recente vede Ventotene ricolonizzata alla fine del 18° secolo con genti provenienti dalla Campania allo scopo di produrre derrate alimentari per il Carcere della vicinissima isola di Santo Stefano fatto costruire dal regime borbonico sulla scia del pensiero illuminista. La particolarità di questo carcere è che fu realizzato allo scopo di permettere a un unico sorvegliante di osservare  tutti i soggetti reclusi senza permettere a questi di capire se fossero in quel momento controllati o no. La struttura rimase in esercizio fino alla metà degli anni sessanta del secolo scorso. Nel periodo fascista vi furono imprigionati moltissimi antifascisti tra cui anche Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica nata dalla lotta contro il fascismo.

Durante il ventennio, sull’isola di Ventotene poi, venne realizzata una colonia penale semilibera (Confino) dove vi furono relegati migliaia di oppositori del fascismo (Popolari, Socialisti, Comunisti, Anarchici, Donne Scomode). Tra questi, oltre Pertini, ricordiamo Altiero Spinelli che, col suo illuminato Manifesto di Ventotene, gettò le basi dell’Unione Europea.

Torniamo ora al motivo della nostra visita all’isola di Ventotene; siamo sempre nell’ambito del progetto Blue Flow che vede impegnati i giovani dell’isola nell’evidenziare lo stato di abbandono che si vive quando i pochi turisti estivi se ne tornano a casa e arriva la stagione invernale; allora il tempo si ferma, restano pochissime persone; i collegamenti con la terraferma si fanno sempre più radi e instabili. Nel corso dell’intervento pittorico, che si svolge solitamente nel mese di maggio, vengono organizzati dei laboratori didattici che coinvolgono i bambini  delle locali scuole elementari e medie che collaborano poi alla realizzazione pratica dei murales. Per quanto riguarda l’isola siamo fermi al lontano 2015; oggi rimediamo alla lacuna presentando i pezzi apparsi lo scorso anno 2016 (impegni importanti ci hanno tenuto allora lontano dall’isola) e quelli nuovi realizzati nella primavera del corrente anno.

La parola ora alle immagini! Cerchiamo di dare una parvenza di razionalità al nostro viaggio; iniziamo pertanto proprio nel luogo di arrivo, il grande molo del porto nuovo; la immensa parete di cemento armato che protegge la struttura dal mare aperto, nel corso del 2016 è stata affrescata da entrambi i lati. Il primo pezzo che presentiamo, quello realizzato da Gojo, è andato a sovrapporsi a quello realizzato nel 2015 dallo stesso street artist (vedere l’articolo 8 del 30-6-2016); eccolo:

il pezzo di Gojo

 a sinistra Gone, a destra  Hawana Family Crew

Hawana Family Crew e Walter  Molly

 

Titti Fruhwirth

Krayon

parte letteraria a sinistra: Warios

Daniele Tozzi

Kowz

a sinistra Charqui, a destra Julieta XLF

 a sinistra Quache, a destra Charqui Punk

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