Visitiamo oggi un luogo abbandonato nel quale avevamo già da anni tentato di entrare ma situazioni sfavorevoli ci avevano negato l’opportunità. E questo fatto purtroppo lo abbiamo pagato.
Stiamo parlando, inutile nasconderlo, della ex Romanazzi, la famosa carrozzeria che nella prima metà del secolo scorso era famosissima per il fatto che produceva le carrozzerie dei bus dell’ATAC (ex ATAG del ventennio); ora la Romanazzi è caduta nel baratro del dimenticatoio, così profondo che, se provate a fare un giro nel web, non troverete notizia alcuna sulla storia di questa gloriosa fabbrica.
Resta solo questo immenso capannone, immensamente degradato, abitato da qualche migrante che si è costruito all’interno dell’edificio delle baracche che dire fatiscenti è un complimento e ne hanno pagato le conseguenze anche i pezzi che vi sono custoditi da tanti, tanti anni; i primi risalgono alla fine del secolo scorso.
Una curiosità, sembra che questo sito fosse utilizzato per dei Rave, illegali manifestazioni musicali mordi e fuggi ormai oggi andate completamente in disuso, ma molto in voga negli anni ottanta e novanta, con propaggini anche nell’inizio millennio; era usanza che i writers occupassero il sito un paio di giorni prima e lo arredassero alla bisogna realizzando principalmente graffiti, ma non mancavano anche opere figurative di giovani artisti alle prime armi che si sarebbero poi affermati tra i migliori street artist italiani.
Ci siamo entrati ed avevamo sempre ambìto di entraci perché avevamo sentito favoleggiare della presenza di alcuni pezzi d’epoca ascritti ad allora giovanissimi artisti che abbiamo avuto il piacere poi di conoscere ancora sulla cresta dell’onda dell’arte ipercontemporanea romana; uno di loro, purtroppo è venuto a mancare alcuni anni fa, si tratta di Tromh! Come già accennato, siamo riusciti ad entrarci solo ora e con nostro rammarico abbiamo trovato, stante la immane situazione di degrado del sito, che i pezzi ivi custoditi fossero per la maggior parte o scomparsi, o divorati dall’umidità, o coperti dalla vegetazione, o, sfortuna ultima, coperti dalle improvvisate baracche dei residenti invisibili.
Iniziamo quindi un breve carrellata di ciò che siamo riusciti a registrare
pezzo di un giovane Hoek (2007 o 2008)
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viaggi spaziali di Bol della allora Crew 23 (2004)
E ecco come abbiamo trovato il superpezzo (siamo nel 2008) che avevamo ambito di trovare; visibile in parte, e per una ignobile mano di bianco data alla “bell e meglio”, e per la presenza di un manufatto barcollante adibito a rifugio di una giovane famiglia (notare la presenza del passeggini) non proprio benestante.
ciò che resta di Hoek, Gojo e Tromh
per fortuna che noi abbiamo un asso nella manica, e di denari per giunta. Un nostro amico, col quale condividiamo la passione per l’arte contemporanea, per la strada e per la cultura, vi entrò un paio di anni fa e riuscì a registrare i pezzi abbastanza conservati. Ci ha fornito i negativi che noi abbiamo provveduto a sviluppare. Et voilà:
il pezzo a sei mani al completo
Hoek Gojo e Tromh
i baby elefantino di Gojo e parte del bruco verde di Tromh