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Oggi andiamo a visitare un nuovo (si fa per dire) luogo abbandonato, per la cronaca il sessantasettesimo dove “FotografiaErrante” si è intrufolata per raccogliere, custodire catalogare le testimonianze delle opere realizzate dai writers romani.
Questa volta siamo entrati, senza tante difficoltà nonostante qualche capello bianco, in una fabbrica abbandonata della sconfinata periferia della nostra Città Metropolitana. Qui, in tempi migliori, si disquisiva, in base alle nostre osservazioni sul posto, di comunicazioni.
Entriamo e ci guardiamo un po’ intorno; qualche reperto industriale si nota ancora; diamo un’occhiata in giro.
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Premesso tutto questo ora concentriamoci sui pezzi che qui sono conservati; roba di prima qualità!
I due pezzi appena visti ci sono apparsi davanti appena entrati nel primo capannone (eh, sì, ne abbiamo trovati ben tre di questi capannoni immensi); voltandoci poi vediamo una lunga parete completamente affrescata.
Entriamo nei dettagli.
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Archiviamo il primo capannone; uscendo sulla sua parete esterno un pezzo della serie Exential di Howen.
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Entriamo rapidamente nel secondo capannone;, fuori, vista l’ora, il caldo si è fatto opprimente. Qui facciamo la conoscenza di un nuovo artista, a nostro vedere un minimalista, di grosse aspirazioni; lui si chiama Dez. Vediamo alcuni suoi pezzi.
Allarghiamo ora il campo visivo; ci sono altri pezzi.
Notare come le dominanti di luce presenti in questo capannone e dovute al colore dei pannelli trasparenti posti su parte del tetto, siano stati sfruttati dagli artisti per comporre i propri pezzi; il bianco per Nina, l’ocra per Orgh e l’acqua marina per Muge.
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Passiamo ora al terzo capannone di questa immensa fabbrica abbandonata; per ora esso è stato monopolizzato dall’estro creativo di Howen, concentrato nella ricerca del pezzo “Exential” assoluto. Questa è la immensa porta che chiude al mondo dei profani e apre allo studio della scomposizione delle forme e delle lettere.
Ecco un altro pezzo, sta laggiù defilato dietro strani contenitori in ferro e legno.
ci avviciniamo.