Articoli precedenti interessanti il sito visitato: Reportage dal Salumificio abbandonato (23 novembre 2015) – 92, 93, 94, 95
Iniziamo, come di consueto con il Salumificio Cecconi, un lungo reportage che si prolungherà su vari giorni; è ormai nostra abitudine visitare, a più riprese, questo immenso sito abbandonato, ciascuna della durata di interi pomeriggi, quanto è grande. Poi il tutto va nel cassetto e improvvisamente ci riappare con tutta la sua forza, fatta di immagini e di colori. Allora ci mettiamo di buona lena, sviluppiamo tutte le foto (n.d.r. che noi scattiamo rigorosamente in formato negativo digitale) con una meticolosità certosina e mostriamo poi ai frequentatori del progetto “FotografiaErrante“. Dire quanti articoli redigeremo sulle visite effettuate al Salumificio nel corso del 2021, è prematuro; man mano che produciamo il materiale avremo una visione più chiara della situazione.
Iniziamo intanto con la visita effettuata il 7 febbraio 2021. Ecco di getto tutta una serie di immagini.
Entriamo dal solito cancello, rigorosamente chiuso, ma mancante di una specchiatura metallica laterale; era così anche quando venimmo in visita la prima volta, sette anni fa; ma allora non sapevamo che fosse così semplice entrare e ci ammaccammo tutti i muscoli per scavalcare la recinzione, ovviamente nella parte opposta del sito rispetto all’entrata principale.
Il benvenuto ce lo dà Qwerty con un suo pezzo d’oro, finalizzato alla ospitalità e all’amore!
Iniziamo con il cercare pezzi nuovi nel padiglione ex vendite e poi nei sotterranei, una volta luogo di dolore per gli animali, una specie di mattatoio insomma!
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Ora in posizione frontale.
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Esaurite le novità a livello stradale, scendiamo nei sotterranei; qui di nuovo proprio poco!
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E ora, di corsa su per le scale, sconnesse e private del corrimano in ferro; situazione un po’ da brivido.
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Arriviamo all’ultimo piano; un salone immenso con un pezzo immenso; fotografarlo ci ha fatto penare.
in dettaglio.
Abbiamo terminato la prima visita del 2021; scendiamo e diamo anche un’occhiata all’aperto.
Il 7 febbraio dello scorso anno ormai lo abbiamo lasciato alle spalle; nel prossimo resoconto vedremo i pezzi trovati durante la visita del successivo 13 marzo.