Oggi 25 luglio (data storica, nel 1943 la destra ed il capitale che ci avevano trascinato in una orrenda guerra al fianco del nazismo, ci provano a rifarsi una verginità facendo arrestare Mussolini) parliamo del Quadraro, storico quartiere di Roma che in fatto di antifascismo la sapeva molto lunga: era chiamato “il nido di vespe” ed i fascisti avevano paura di entrarvi; era l’unico posto, oltre il Vaticano dicono, dove un antifascista poteva nascondersi e stare al sicuro.
Al Quadraro si sta portando avanti da diverso tempo un processo di riqualificazione e di attenzione ai bisogni della popolazione residente e questo faticoso lavoro include, tra l’altro, anche la realizzazione, da parte di street artist di tutto il mondo, di murales (qui sopra l’opera “scacco al re” della street artist romana Camilla Falsini) che hanno per tema le realtà storico-sociali del quartiere stesso.
Ebbene, in questi ultimi tempi, qualcuno sembra aver deciso che il quartiere non debba provare a mettersi il vestito della domenica perché, così facendo, diventerebbe più bello ed accogliente (leggasi: le case costerebbero di più) più funzionale ai bisogni della gente (leggasi: mercificazione dell’arte e sensibile aumento del costo della vita).
Ecco allora che il murale stesso ha, come per magia, assunto quest’altro aspetto:
Il quartier ora può stare tranquillo, le strade saranno sempre piene di immondizie, i muri faranno sempre più schifo, non si apriranno nuove attività commerciali, le case saranno sempre più cadenti, le automobili correranno sempre di più …………. ma il quartiere avrà respinto l’attacco del capitale. E la gente?………….
Ora l’atto di riappropriazione dei muri da parte dei writers di cui sono stati coperti i graffiti (falso!) da murate organizzate da comune, enti e ricchi imprenditori farà sentire questi signori più “machos”? Attenzione però, nel momento un cui ci si sente i depositari della verità si diventa strumenti del potere ossia di quel mondo che si vorrebbe cancellare.