Iperrealismo romano

 

Un po’ di tempo fa mi sono recato, fuori orario, al teatro “Palladium” per fotografare un bel murale (ma poco conosciuto) che si staglia sulla parete laterale dell’androne di ingresso.  La struttura del Palladium fu realizzata nel 1927 nel nascente quartiere popolare di Garbatella e diventò subito uno spazio polivalente ospitando spettacoli, film, feste e concerti. Con l’avvento del terzo millennio il Palladium  chiuse (udite, udite) per via dell”inquinamento acustico provocato ai danni di chi abitava nello stesso edificio. Dopo alcune traversie il Palladium venne acquistato dall’Università “Roma Tre” e divenne subito uno spazio culturale importante a disposizione del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’ateneo.

Veniamo al dunque: mentre preparo gli attrezzi per fotografare l’opera, meta del mio viaggio, si avvicina un ragazzo presente nella struttura per motivi di lavoro che incuriosito mi chiede il perché del mio interessamento a quel murale. Fornite le dovute notizie entriamo subito in sintonia e lui mi dice di essere un pittore autodidatta con il pallino della riproduzione meticolosa della realtà. In che senso, dico io, meticolosa riproduzione della realtà? Semplice, tu mi dai un’immagine fotografica ed io te la riproduco tale e quale e forse anche di più! Ho capito sei un iperrealista quindi, un mondo affascinante specie se si è come me che non sono capace nemmeno di rifare uguale la mia stessa firma.

Andrea, questo è il nome del ragazzo, mi fa vedere una foto sul cellulare, non ci credo che sia un disegno, è una foto vera e propria secondo me. Comincia a parlare delle sue opere, mi dice di aver riprodotto anche alcuni personaggi del cinema; incuriosito fisso un appuntamento con lui e quando ci vediamo porta con se anche alcune opere; eccole

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Salvador Dalì                                                                     Charlie Chaplin (grande come un francobollo) 

 

Avrete già capito che “Andrea Falco” predilige riprodurre fedelmente, in modo realistico,  i volti umani, ma secondo me non basta questo a definirlo; io penso che lui cerchi, e ritengo ci riesca, di imprigionare nel supporto anche parte dell’anima del soggetto. In queste altre opere sono ritratti dei bambini:

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Andrea Falco (questo è il suo nome da artista) nasce nel 1979 a Roma .Sin dall’infanzia manifesta una naturale propensione per il disegno artistico ed è, sin da subito, affascinato dall’espressività dei volti umani.  Mentre studia alla scuola media partecipa ad un concorso di pittura organizzato per tutte le scuole medie romane, vincendolo. Come premio ottiene una borsa di studio per l’accademia di belle arti di Milano che purtroppo non potrà frequentare per motivi familiari. Terminata la scuola media abbandona  gli studi per aiutare la famiglia che, a causa della perdita del padre, versa in disagiate condizioni economiche. Il suo percorso artistico pertanto è esclusivamente autodidattico. Rimane sempre fedele al tema della ritrattistica e del realistico, usando tecniche quali pastelli, carboncino e grafite (solo di recente ha iniziato a sperimentare anche la pittura sia a tempera che ad olio). Nel suo pensiero c’è l’idea che alla base di un ritratto realistico ci sia una certa propensione spirituale per l’arte di osservare… l’empatia, ovvero quella sensibilità , quella capacità di sentire e trasferire su di se l’umore e lo stato d’animo di un altro individuo, partendo dall’osservazione dell’espressione del volto o le movenze del corpo. Egli sostiene che un artista per essere iperrealista non deve realizzare un’opera con le mani, bensì con gli occhi; solo così sarà in grado di riprodurre ogni minimo dettaglio.  Giuseppe Mallia, il miglior pittore iperrealista italiano ha detto di Andrea: ho visto le sue opere realizzate con la matita, sono tali da tranne in inganno anche il migliore intenditore di opere d’arte, fino a scambiarle per delle foto e rimanere incredulo e dubbioso che sia, invece, tutto realizzato a mano.

 

Nelle opere seguenti sta a voi lettori indovinare qual’è la foto e qual’è il dipinto:

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Nota per il lettore: ho deciso di proporre Andrea su questo progetto solo dopo che mi ha confessato di ambire a realizzare un murale, possibilmente in una di quelle strutture dove l’arte è una cosa viva!

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