Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /155

Da tempo avevamo messo sotto controllo il murale che vi presentiamo questa sera. Speravamo inconsciamente che il suo autore sarebbe tornato sui sui passi terminando l’opera che a noi, poveri ignoranti, era sembrata incompleta. Invece, forse, era nell’idea dell’artista che quei volti misteriosi restassero così, appena accennati ma con un’espressione ben definita. Il murale del giorno, questa sera ve lo presentiamo in tinta monocromatica, in un bianco e nero che, a nostro parere, molto s’addice all’opera. Ovviamente siamo a Roma, in via della Piramide Cestia, al Rione Testaccio, di fronte al muro di recinzione del Cimitero Acattolico. Approposito di questo cimitero, divenuto, alla stregua dei suoi omologhi parigini, meta di visite per la sua bellezza artistico-architettonica e per quell’aria bohémienne e culturale che vi si respira, era, fino al 1870, il luogo dove, nottetempo, venivano sepolte le salme dei non cattolici e dei cattolici morti suicidi. Tale cimitero è conosciutissimo ed è ambitissimo per l’estremo riposo; in esso vengono ora seppelliti i non cattolici stranieri nonché quegli italiani che le vicissitudini della vita li hanno fatti sentire stranieri in Italia. Un altro particolare, a Roma vi erano vari cimiteri per gente “particolare”, dalle parti del Pincio c’era il cimitero degli artisti, sull’Aventino c’era il cimitero degli Ebrei. Eccovi ora l’opera cui accennavamo all’inizio:

155a

Ed ora i tre volti visti in primissimo piano:

155d     155c

155b

 Ed infine l’ambiente in cui vive il murale (sullo sfondo si intravvede il “monte dei cocci”)

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