Reportage da Ventotene /8

Ultimo appuntamento con il progetto Blue Flow di  Ventotene. L’artista che presentiamo oggi, molto conosciuto dai frequentatori di “FotografiaErrante” è Gojo.  Per realizzare il suo murale risale alle origini remote dell’isola; la scritta che compare su tutta l’opera e che è sinistrorsa, ossia si legge da destra verso sinistra,  è scritta in alfabeto “Osco” (molte lettera sono accoppiate (veri e propri dittonghi) e sembra rappresentassero suoni più che semplici simboli, una lingua, di origini sannitiche, parlata già nel 500 a.c. della popolazioni italiche pre-romane e pre-greche. Sulla terraferma vivevano gli Ausoni e gli Aurunci che abitavano i monti che affacciano al mare ed utilizzavano le pianure costiere, a quei tempi vere e proprie paludi, per la pastorizia e le attività agricole. Gli studi entolinguistici hanno accertato che l’isola venne inizialmente colonizzata proprio da queste due popolazioni; forse l’ambiente ostile e privo di acqua scoraggiò presto la presenza umana che riapparve in epoca romana. Abbandonata nuovamente, fu colonizzata in maniera stabile solo con la realizzazione del carcere borbonico sulla limitrofa isola di S.Stefano. Vi furono portate intere famiglie dalle isole a sud e dai paesi del napoletano. Furono loro assegnati dei lotti di terreno e fu data loro la possibilità di costruirvi sopra anche un piccolo edificio in cui vivere. In questo modo questa popolazione contadina affranco l’isola dal punto di vista degli approvvigionamenti alimentari.

L’opera figurativa sottostante la scritta “Pandataria” presenta degli spaccati della vita e della storia naturale ed  antropologica di Ventotene; dai gatti che numerosi frequentano indisturbati l’isola, ai gabbiani che ormai hanno una familiarità tale con la gente da essere letteralmente imboccati di ogni cibaria disponibile.  E poi le caratteristiche  case dipinte di rosso “Ventotene”, le mongolfiere, le le rampe pedonali, il faro, le vele, i bambini festosi e Santa Candida, la protettrice dell’isola.

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l’opera (dimensioni mt. 20 X 3 c.a.)

Ed ora una serie di particolari figurativi dell’opera:

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