Ritorno al luogo ai confini della realtà /1

Il 31 agosto dello scorso anno 2014, salutando i frequentatori del progetto “FotografiaErrante” che se ne andavano in vacanza, presentammo il nostro primo approccio con un mondo a noi allora sconosciuto; in quell’occasione ci imbattemmo, per puro caso,  in un luogo misterioso, e ribadiamo, come dicemmo anche allora, un luogo fatto apposta per farci sentire un brivido lungo la schiena. Lo visitammo perché da un’immagine di un’opera di street art circolante sul Web pensammo, a ragione, di scorgere un luogo a noi familiare, che faceva parte del paesaggio della nostra adolescenza. Vi trovammo infatti l’opera ricercata (murale al giorno numero 31) e in occasione di successive visite (murale al giorno numero 70 del 11 ottobre 2014) ne trovammo altre; gli autori, Andy Green e Mister Tohms. Da allora abbiamo visto altri luoghi (da noi definiti misteriosi), tutti dismessi e lasciati in balia degli uomini e del tempo ma che avevano in comune una semplice cosa, essere diventate dei luoghi di esposizione dei murales da parte di artisti alla ricerca di concentrazione e tranquillità. Abbiamo quindi visitato vecchie fabbriche, vuoi chimiche, vuoi farmaceutiche, edifici statali un tempo adibiti alla cura ed educazione dei “trovatelli” o alle lunghe degenze degli anziani, poveri ovviamente. Siamo andati in immense cartiere edificate vicino ai corsi d’acqua e rapidamente conquistate dalla vegetazione spontanea o edifici di discreta grandezza, dove si producevano saponi o si conciavano le pelli, ubicati anche nei centri cittadini e divenuti bivacchi per poveri diseredati. Siamo entrati infine in centri direzionali, una volta brulicanti di “Yuppies”, giovani professionisti rampanti della finanza e dell’industria, ed oggi miseramente finiti nelle spire del serpente della crisi che ci attanaglia da ormai un decennio. Un viaggio attraverso questo mondo affascinante puù essere compiuto standosene comodamente a casa, scorrendo gli articoli del progetto “FotografiaErrante”.

Di recente siamo tornati nel primo luogo misterioso da noi  visitato; ci siamo tornati perché un gruppo di street artist vi si è dato convegno per esporre le loro opere, frutto esclusivo del loro pensiero, scevre da ogni condizionamento esterno; noi, fortunati viaggiatori erranti, ci siamo intromessi ed abbiamo avuto la fortuna di vederli operare, di colloquiare con loro, insomma di arricchire il nostro bagaglio culturale.

Iniziamo quindi oggi un viaggio che ci condurrà, nel corso di varie puntate, attraverso saloni immensi, scale buie, stanze nascoste di quel luogo abbandonato da quasi trent’anni (si tratta di una azienda di produzione alimentare entrata in attività nel 1965 e chiusa 14 febbraio 1987) che il solo pensiero di visitarlo ti fa accapponare la pelle: sembra di essere precipitati in un episodio de “Ai confini della realtà”, classica serie di telefilm americani degli anni 50 del secolo scorso che narrava gli effetti di visite di extraterrestri, ovviamente molto cattivi, o di conseguenze di ipotetiche guerre nucleari.

Focalizziamo quindi, questa sera, la nostra attenzione su un duo artistico inedito che ha realizzato un’opera dissacratoria di uno dei simboli sacri del ventesimo secolo; sono Pino Volpino (Morandi a Colori, articolo del 19 settembre 2014) e Marzia MNT (murale al giorno numero 61 del 30 settembre 2014 e numero 22 del 22 luglio 2014). Nei prossimi appuntamenti presenteremo le opere di MK, Carlo Gori, Mauro Sgarbi, Rox Piridda, Marcy e Chew-z. Buona visione

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l’attacco al muro da parte di Marzia e Pino

Ed ora alcuni scatti realizzati nel corso della realizzazione dell’opera:

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l’opera di Marzia MNT e Pino Volpino

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