Ci siamo concessi una lunga passeggiata sulle rive del Tevere; siamo partiti da Lungotevere Gassman, abbiamo percorso la riva destra fino oltre Castel S.Angelo; abbiamo approfittato di ponte Cavour per passare sulla riva sinistra e siamo scesi fino all’Isola Tiberina da dove abbiamo riguadagnato la riva destra per arrivare al ponte della Scienza intitolato a Rita Levi Montalcini; qui tornati sulla riva sinistra abbiamo cominciato una dettagliata escursione su Riva Ostiense, quel tratto di lungotevere frequentato solo in estate e per un minimo tratto, per le manifestazione legate alla “Estate Romana”. Ora, specie da quando è stata sgomberata la comunità di senzatetto che viveva in condizioni di igiene precaria ed in orribili baracche proprio sulla riva del fiume, si incontra pochissima gente, qualche ciclista, qualcuno che porta a spasso il cane e, ogni tanto, gruppi di ragazzi che sperimentano tecniche di ripresa (fotografie e video) utilizzando come ambiente i numerosi murales presenti, i cui colori formano violenti contrasti con le rugginose rovine industriali di quello che una volta fu il “Gazometro” di Roma.
Lo scopo della nostra escursione aveva ben tre obiettivi; primo ovviamente quello di testimoniare puntualmente la presenza di opere di street art, costituite, per la quasi totalità da lettering, opere che avevamo incontrato ogni volta che ci siamo trovati a percorrere rapidamente la pista ciclabile per spostarci da un punto all’altro della città, ma cui non avevamo mai prestato mai la dovuta attenzione. Il secondo obiettivo era quello di dare uno sguardo fotografico dal basso alla nostra città e confermare che sul Tevere si affacciano tremila anni di storia e di bellezza. Terzo, riuscire a cogliere momenti di solitudine urbana in una città così caotica che non ha nulla da invidiare a Calcutta; e quella solitudine che rinfranca lo spirito la si gusta appieno proprio passeggiando nel cuore pulsante di Roma, nel “sentire gli strilli dei gabbiani, fissare i lenti ed ampi gesti dei vogatori che spingono controcorrente le loro lunghe canoe, incrociare qualche ciclista che gareggia con il proprio cane, notare di sfuggita una coppia di amanti che si scambia teneri baci”.
Tutto questo è il Tevere! Peccato che i Romani, per la quasi totalità, non lo conoscano.
Parte prima: l’ambiente
in primo piano ponte Mazzini; dietro, ponte Amedeo di Savoia
ponte Mazzini e la scalinata per lungotevere dei Sangallo
da sotto ponte Amedeo di Savoia: ponte Vittorio Emanuele II, ponte Elio e il Mausoleo di Adriano
chiglia di barcone naufragato sotto ponte Vittorio Emanuele e scalinata di accesso a lungotevere Tor di Nona
vogatori sotto ponte Elio
ponte Cavour con rampa di accesso a lungotevere Prati
cabina per rilevamento idrografico. opera di K2m
il mausoleo di Adriano su ponte Elio
ponte Vittorio Emanuele II e rampa di accesso al lungotevere Vaticano
la ex baraccopoli di Riva Ostiense
significativa opera di Hitnes
un poster sotto ponte Elio
Pignon Ernest Pignon
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Parte seconda: presenze
gatto su istallazione di Kaktus
particolare
podisti più o meno stanchi
ciclisti più o meno motorizzati
l’opera pensile di Laura Galletti (murale al giorno numero 228 del 7 dicembre 2015)
motociclisti e camminatori
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Parte terza: le opere sull’argine di Tevere
JBrock
Milk
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Parte quarta: le opere di Riva Ostiense
(le opere che completano l’esposizione di questo luogo sono state presentate negli articoli “Il lettering di Riva Ostense 1 e 2 , rispettivamente del 11 novembre e del 7 marzo 2015)
Hitnes
Hogre
Tadh , RST, Corv