Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /282

Cosa c’è in fondo al tunnel?

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Una vera e propria soffiata oggi 17 Maggio, ci ha portato ai confini della città, dove la storica via Lucrezia Romana, vuoi per la necessità di tenere a bada grandi flussi di traffico automobilistico, vuoi come conseguenza delle grandi speculazioni edilizie di una banda di malfattori che oggi pretende addirittura di governare la città,  è letteralmente spezzata in due dalla più importante arteria di Roma, il Grande Raccordo Anulare, oltre 67 chilometri di strada a tre corsie per senso di marcia straripante di traffico e di automobili che, senza soluzione di continuità, sfrecciano giorno e notte a 130 chilometri orari. A detta di molti, quella strada che una volta continuava nel comune di Marino, doveva sottopassare il GRA e collegare via delle Capannelle alla Zona Grotte di Gregna; la strada fino ai lavori della terza corsia (Giubileo del 2000) si immetteva sul “Raccordo”, poi con la costruzione della variante interna (leggasi speculatori della zona “Lampadari”) è stata costretta ad arrestarsi in un abbozzo di sottopasso mai portato a termine. Orbene, sulla corsia di servizio della zona “Lampadari” ci sono tre scale che immettono ad altrettanti sottopassi pedonali che conducono lo sporadico viandante al di là della corsia esterna del GRA. Inutile dire che quei tre sottopassi sono stati abbandonati a se stessi (leggasi incuria di chi li aveva costruiti e li avrebbe dovuti per impegno manutenere), riteniamo da quando sono stati costruiti (noi ne abbiamo ormai una memoria 35ennale); un gruppo di persone volonterose (non abbiamo approfondito più di tanto) si è preso la briga di intervenire per cambiare il corso degli eventi e coinvolgendo anche il proprietario/gestore delle strutture, ha iniziato la bonifica. Ed ecco che una delle rampe di accesso (il sottopasso resta comunque quello che era, sporco, buio e trasbordante di umidità, insomma, attraversarlo ci si sente leggermente a disagio) miracolosamente ha cominciato ad animarsi di colori. Noi abbiamo visitato il terzo, percorrendo la corsia interna e ora vi documentiamo cosa abbiamo trovato.

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l’accesso lato Roma

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l’accesso lato Ciampino

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incontro ravvicinato col pezzo

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lo sporadico frequentatore del sottopasso

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l’accesso della rampa (una bicicletta, un vero e proprio sogno per quella viabilità)

Sulle pareti della scalinata che porta in superficie, una nostra vecchia conoscenza, Martoz (vedasi in proposito murali al giorno numero 190, 71, 54 e 69 rispettivamente del 25 maggio 2015, 12 ottobre, 24 settembre e 6 settembre, tutti del 2014). Ecco dueparticolari del suo lavoro:

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Dimenticavamo di dire che anche se gli altri due sottopassi stanno messi particolarmente male, un accenno di ribellione allo status quo, lo si vede; in uno abbiamo infatti trovato una protesta spontanea che dimostra quanto, a chi veramente sta a cuore la socializzazione, il grigiume, l’abbandono, l’indifferenza, non vadano proprio giù:

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