Giornata movimentata quella odierna; grande fermento rispetto all’attesa dell’apertura della consueta performance dell’arte contemporanea cui da anni siamo abituati. Infatti oggi c’è stata l’anteprima di Outdoor 2018 che quest’anno ha trovato sede presso il Macro di Testaccio, in assoluto la punta di diamante del fermento artistico d’avanguardia romano.
Ma andiamo per gradi. Siamo arrivati a Testaccio, il ventesimo Rione della Città Eterna, sull’onda di labili notizie sull’apparizione di due nuovi pezzi (poster) di Leonardo Crudi e Elia Elia (ricordate il Collettivo Novecento più volte passato attraverso le maglie del progetto FotografiaErrante?) che abbiamo subito colto in piazza Orazio Giustiniani dove c’è l’ingresso principale di quello che fu il grande Mattatoio di Roma, proprio di fronte al famoso Monte dei Cocci, la prima isola ecologica realizzata in assoluto da mano umana, nel caso specifico dai Romani. Dentro l’ex Mattatoio convivono ora tutta una serie di realtà culturali: si va dalle facoltà universitarie (Roma TRE, facoltà di Architettura) al Villaggio Globale, dal Museo di Arte Contemporanea del Comune di Roma (MACRO) alla Città dell’Altra Economia, dall’Accademia di Belle Arti ad aree adibite alle tante manifestazioni della famosa Estate Romana.
Ecco quindi i due pezzi di cui parlavamo:
Elia Elia sopra, Leonardo Crudi sotto
la parete espositiva con traccia di parte del graffito dei Berlin Kidz
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Sembrava finita lì la nostra ricerca, ma complici alcuni conoscenti, siamo riusciti ad imbucarci, primi in assoluto, dentro i locali della “Pelanda”che ospita per l’appunto la nuova Edizione di Outdoor. Quale più ghiotta occasione per conoscere i nuovi fermenti artistici?
E lì abbiamo avuto il piacere di entrare addirittura in contatto col genio artistico di Leonardo Crudi che alla manifestazione espone ben quattro suoi pezzi che questa sera mostriamo orgogliosamente in prima mondiale.
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insieme
nell’ambiente espositivo
particolari
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Per dare completezza informativa non possiamo omettere che sempre nel rione Testaccio, poco lontano da dove siamo stati oggi, per la precisione in via Ginori, sono esposti da diverso tempo altri due pezzi del Collettivo Novecento; trattano di film di due grandi registi del cinema underground della seconda metà del secolo scorso, L’imperatore di Roma (1987) di Nico D’Alessandria (postneorealismo) e Kriminal (1966) di Umberto Lenzi (filone poliziesco all’italiana). Per approfondimento vedasi anche murali al giorno 436 e 443 rispettivamente del 21 novembre e 15 dicembre scorsi. Ecco i due pezzi
Leonardo Crudi Elia Elia
la parete espositiva