Ricordate l’abbuffata del 2016, quando dedicammo al Forte Prenestino una decina di articoli sulla street art colà custodita? Ci infilammo in tutti i cunicoli di quello spettacolare labirinto e portammo a galla fantastici pezzi realizzativi nel corso degli anni dalla sua occupazione fino all’ultimo Crack che vi si era tenuto.
Poi l’oblio; ci siamo diretti verso altri lidi e abbiamo, nel nostro piccolo, ininterrottamente dedicato il tempo disponibile a documentare lo sviluppo di questa arte ipercontemporanea per le strade della Capitale e per i tanti siti abbandonati di cui è ricca la sconfinata periferia romana.
Alcuni giorni fa, un’amica ci ha proposto di tornare al Forte Prenestino per andare a vedere un pezzo, custodito nell’Enoteca, realizzato da un artista famosissimo dice lei. Incuriositi abbiamo fatto una breve ricerca sul web e abbiamo accertato che l’artista citato dalla nostra amica, è diventato effettivamente famoso; lui si chiama, anzi è più corretto dire si chiamava Bad Trip (cattivo viaggio), Professore Bad Trip; è scomparso nel 2006 a 43 anni. Nel 2016 a Roma si è tenuta una mostra delle sue opere in una importante Galleria di Trastevere. Effettivamente lui, giovane talento dell’arte underground, era passato prima del 1995 per il Forte Prenestino e vi aveva realizzato un capolavoro che viene conservato gelosamente per l’appunto nella Enoteca.
Che il pezzo che presentiamo questa sera risalga più o meno a quella data lo abbiamo accertato leggendo una sua intervista dove parla con cognizione di causa del Forte Prenestino e dice: “I centri sociali sono gli unici spazi culturali gestiti dal basso e orizzontalmente: non se ne può che parlar bene. Forte Prenestino è il massimo, è grandissimo, e i romani sono più rilassati e meno tesi dei milanesi. Spero si tenga lì il grande Free Festival+Rave del 2000!”
Chissà se il Free Festival+Rave si realizzò poi.
Ecco l’opera!