In attesa di andare a vedere un altro pezzo sbattuto in faccia alla gente che non si preoccupa più di tanto di quello che succede nel mondo, oggi andiamo sotto un ponte di recente costruzione che sostiene una strada adibita esclusivamente al trasporto pubblico.
Ci andiamo per registrare due pezzi sublimi di writing puro realizzati da due mostri sacri dell’esercizio calligrafico su muro che rispondono ai nomi di Ike e Orgh.
Dopo aver parcheggiato, percorriamo un marciapiede condiviso con una pista ciclabile, arriviamo al ponte interessato, scavalchiamo un guard-rail, per fortuna basso, e annaspiamo per una cinquantina di metri su di un viottolo appena segnato in mezzo a erba alta e secca. Arriviamo sotto l’arcata del ponte. C’è una marrana (se la vogliamo chiamare in romanesco, basta togliere una erre) che viene giù dai “Castelli” e se ne va verso il Tevere; sempre che ci arrivi, perché può darsi che, come l’Almone, sia stata imbrigliata e dirottata verso il collettore del depuratore di Roma Sud.
Ed ecco lo spettacolo che ci si presenta.

vediamoci i due pezzi da vicino.
Ike Orgh
Estrapoliamo infine i pezzi e isoliamoli dal contesto.
