Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /580

E giunto il momento di fare una integrazione al murale al giorno 574 del 17 giugno scorso. Torniamo in via degli Stati Uniti d’America, strada defilata e pochissimo frequentata che sta dalle parti di Ponte Milvio, al Villaggio Olimpico, per vederci un nuovo raffinato poster di Harry Greb.

Ricordiamo che il murale al giorno 574 urlava a gran voce contro l’ignominia perpetrata nei confronti del povero George Floyd, un afroamericano incappato nelle maglie di acciaio di una polizia violenta e irrispettosa della vita altrui. Vita che in quel caso, il povero Floyd ha rimesso al creatore, se poi esiste, soffocato dal ginocchio del poliziotto malvagio che pressando la sua schiena gli impedì di respirare.

Il nuovo pezzo, che affianca i due che abbiamo visto col murale al giorno 574, allarga la visione al mondo che si organizza per difendere i più deboli del sistema; sei personaggi famosi della cultura del novecento, famosi anche per il loro impegno nel sostenere la difesa dei diritti dei poveri, degli emarginati, dei deboli, dei diversi reggono un lenzuolo con la scritta “Black Live Matters“. E’ chiaro il riferimento al movimento attivista che si radica un molti paesi del mondo ed è impegnato nella lotta contro il razzismo verso le persone nere. Le origini del movimento possiamo individuarle in occasione di un altro triste evento verificatosi nel 2012 quando due poliziotti di Ferguson (Missuori) spararono a un giovane ragazzo nero uccidendolo.

Con l’uccisione di Floyd gran parte delle proteste avvenute negli USA hanno fatto riferimento proprio al “Black Live Matter“.

il pezzo di Harry Greb
Bob Marley, John Lennon, Jimi Hendrix, Aretha Franklin, Joe Strummer e Marvin Gaye
sei personaggi impegnati, con la loro azione, nell’integrazione di tutti gli esseri umani

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il pezzo posizionato a fianco all’immagine laica di Floyd

Come accennavamo, la strada dove sono esposti i pezzi e molto defilata; siamo in una zona residenziale in mezzo al verde. Per la cronaca si tratta degli edifici costruiti per ospitare gli atleti che parteciparono alle Olimpiadi di Roma del 1960, gli appartamenti, subito dopo, furono assegnati alle famiglie in graduatoria per ottenere una casa popolare. Lì non ci passa praticamente nessuno se non i pochi residenti. Fortuna ha voluto che incontrassimo due graziose signore che si sono prestate per essere immortalate a fianco di così gran poster.

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continuiamo la passeggiata

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