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Riparte oggi anche la oliata macchina che ci porta a visitare siti misteriosi dove troviamo il meglio dell’arte del futuro; inutile rielaborare teorie, peraltro ampiamente riconosciute, che sostengono che i pezzi realizzati nei luoghi non frequentati dai comuni mortali, e visitati solo da pochi avventurieri dopo estenuanti appostamenti che ti permettono di scoprire dove i maestri del colore vanno a realizzare le loro opere, siano i migliori in assoluto. Ne abbiamo parlato tanto che ormai pensiamo che questo concetto sia un assioma per chi decide di interessarsi dell’arte del graffitismo, motore portante del più ampio (ma poi non tanto) femomeno dell’arte di strada; suona meglio chiamarla “street art”!
Entriamo quindi in questo edificio dove ancora le scale di marmo sono ricoperte di calce impastata con segatura per impedire che si rovinassero. Segno che i lavori si siano interrotti quando mancava proprio poco al termine dei lavori; mancavano solo pavimenti, tramezzature, infissi interni e…. gente d ospitare.
Oggi ci vedremo un pezzo sulle righe; il suo autore è Orgh, alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da esprimere; qui scava una galleria, un buco spazio temporale e ci porta in un ambiente cittadino; scena notturna, palazzi illuminati, una strada che riflette le luci lattiginose dei fari delle automobili, un treno metropolitano che sfreccia silenzioso. Il tutto incorniciato in un esercizio calligrafico elegantissimo: Rogh. Ecco il pezzo!