Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /608

Eccoci ormai proiettati alla grande nel nuovo anno; complici il tempaccio e la chiusura generalizzata di tutte le attività non essenziali (ricordiamo che l’Italia anche oggi, domenica, è una immensa zona rossa causa Covid), ne approfittiamo per mettere mano alla sistemazione del nostro immenso archivio fotografico!

Oggi abbiamo messo riordinato il frutto della nostra escursione del 12 novembre scorso, quando, al confine fra i rioni Borgo e Prati andammo a registrare due pezzi di Disgusto.

Si tratta di due poster realizzati nella tecnica che ormai contraddistingue questo artista; tre colori (il nero, il grigio e l’arancione) si uniscono al bianco e rielaborano graficamente tematiche a lui care; flash di momenti della cronaca di nicchia degli ultimi trent’anni. La tecnica usata, come lui stesso sostiene, è quella di comporre graficamente un poster, mediante l’uso del proiettore, scomponendo immagini e ricomponendone altre realizzando un collage armonico, dove risaltano spesso immagini femminili esaltate spesso da figure geometriche. La prevalenza di quel colore arancione molto marcato richiama poi l’attenzione anche del più distratto dei viandanti.

La superficie espositiva prediletta da Disgusto sono i pannelli pubblicitari ufficiali del comune di Roma: quei rettangoli di ferro di un metro per due, spesso con vistose tracce di ruggine, sostenuti da due pali di ferro e sovrastati dall’acronimo S.P.Q.R., anch’esso in ferro, che sono strategicamente posizionati, o addosso ai palazzi o sul bordo esterno dei marciapiedi, per le strade di rioni e quartieri della Capitale.

Ci vedremo poi anche un terzo pezzo, molto semplice, e forse per questo molto efficace; porta un messaggio chiaro e inequivocabile di solidarietà a uno street artist gettato sotto i riflettori di una ingiusta gogna dal potere amministrativo locale.

Ma procediamo con ordine. Il primo pezzo lo abbiamo trovato in via Giovanni Vitelleschi, proprio sul muro che delimita il rione Borgo.

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Facciamo cento metri e andiamo in via Crescenzio, già cuore del rione Prati; qui c’è un altro pannello pubblicitario, su di esso il secondo pezzo di Disgusto.

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Ci spostiamo un po’, andiamo verso l’ultima meta del giorno; ecco una signora affaccendata in plateali telefonate.

Ed eccoci al terzo pezzo; siamo nella vicina via Stefano Porcari, addosso al muro di recinzione del liceo Artistico Caravillani un altro pannello pubblicitario incornicia il poster di solidarietà dedicato a Geco, maldestramente trattato come il nemico pubblico numero uno dalla nostra sindaca perché nel corso di una perquisizione presso il suo domicilio sono stati trovati adesivi e bombolette spray di vernice.

“Daje Geco”

Ed ecco che si rivede la signora di prima.

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