Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /621

Con quasi un anno di ritardo, questa sera, riusciamo a fare il report di una nostra escursione che avvenne, il 2 di aprile del 2021 in un luogo sospeso nel tempo. Oltre ai pezzi, favolosi, che vi trovammo dipinti sui muri, vedemmo cose di cui avevamo perso memoria: moviole, registratori a nastro, proiettori e pellicole.

Si perché entrammo, complice un lavorante gentilissimo che andò anche oltre le proprie competenze, nella sede della Fono Roma che fu fondata nel 1929 come una tra le prime aziende di doppiaggio, post-produzione e mix in Italia.
Oggi la Fono Roma Movies & Sound vanta nel settore del doppiaggio, post-produzione italiana e internazionale, editing e mix un’esperienza quasi centenaria.

Ad oggi la società offre 8 Sale di Doppiaggio, 6 Sale Mix e 18 Editing Rooms progettate e costruite con sistemi di ingegneria acustica di ultima generazione, corredate con apparecchiature audio all’avanguardia, per lo sviluppo e la realizzazione di Film Cinema, Tv Movies, Serie TV, Fiction, Documentari e AudioLibri.
Ogni sala è approvata e certificata da consulenti e ingegneri del suono, permettendo alla Fono Roma Movies & Sound di offrire, ai suoi clienti, un elevato grado di qualità sonora.

In particolare i formati audio vanno dal mix stereo al più innovativo sistema audio Dolby Atmos per cinema e televisione.

Ecco, premesso tutto questo, noi quel giorno entrammo in quella sede perchè un uccellino ci informò che Neve (vedasi “I colori del bianco e nero” del 20 marzo 2015), uno street artist torinese famosissimo, punta della modernissima corrente artistica del neomuralismo iperrealista, aveva realizzato sui muri di questi studios un murale.

Ovviamente ci precipitammo e registrammo ciò che questa sera presentiamo, poi tutto cadde nell’oblio per circa nove mesi; ma tutto è bene quel che finisce bene.

Si accede agli studios della Fono Roma attraverso un lungo passaggio stretto fra due palazzi. Lì Neve ha rappresentato idealmente, su un lungo muro di recinzione, alto non più di due metri e mezzo, il fascino del lavoro di post-produzione cinematografica. La finzione cinematografica è quella scienza che mette armonicamente insieme nuvole, campi magnetici, impulsi elettrici e una donna stupenda.

particolare

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A quel punto dovevamo andarcene, se non fosse venuto in nostro soccorso in gentile signore, probabilmente un dipendente, che ci informò che dentro c’era altra roba. E non è tutto, ci permise anche di entrare per curiosare. Entriamo, scendiamo due scalini e un piccolo corridoio ed ecco!

Marcello Mastroianni e Anita Ekberg idealizzati da Neve in una scena de “La dolce vita”

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Andiamo oltre attraversiamo un’altra porta, ed entriamo in un ambiente che fa da proscenio a alle varie sale di doppiaggio e post-produzione. Qui è custodito un altro pezzo.

il piccolo Giosuè Orefice, impersonato da un giovanissimo Giorgio Cantarini nell’immortale film “La vita è bella” di Roberto Benigni

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