Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /634

Il murale al giorno di oggi siamo andati a trovarlo nel cuore della Città Eterna; siamo a Trastevere, in via della Lungara. Più precisamente al “Buon Pastore” quell’immenso edificio una volta adibito a reclusorio femminile. Lasciato per tantissimi anni in stato di abbandono, nel 1987, quando la Casa delle Donne di via del Governo Vecchio (Palazzo Nardini) venne sgomberata, il movimento femminista romano occupa una parte di questo immenso edificio in via della Lungara.

Dopo una lunga trattativa durata circa 5 anni, le donne romane si vedono concesso da Comune l’uso dell’intero stabile che viene in parte restaurato. La “Casa Internazionale delle Donne” diventa quell’organismo autonomo preposto a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze. 

Ci piace estrapolare un piccolo trafiletto scovato sul Web, dove le donne che vivono questa realtà espongono quello che potremmo definire, il “Manifesto della Casa Internazionale delle Donne”:

Tra i nostri temi resta prioritario quello legato all’autodeterminazione e alle scelte libere sulla salute riproduttiva, ma l’impegno politico, in ascolto delle nuove istanze della società, si è ampliato ad altri ambiti: il contrasto al sessismo e al razzismo, istituzionale e popolare; l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza; la legalità, contro le mafie e la criminalità organizzata; la giustizia ambientale, in relazione con i nuovi movimenti; una nuova visione della città e dell’organizzazione urbana; la cooperazione internazionale; l’attenzione e il sostegno alla produzione artistica femminile, dalle registe, alle scrittrici, alle pittrici. E altro ancora. Il magnifico scenario della Casa internazionale è abitato da eventi di teatro, musica e spettacolo sempre più numerosi e d’alto spessore, che rendono la Casa Internazionale delle Donne un centro propulsore della cultura e delle azioni delle donne.

Veniamo ora allo scopo della nostra visita; voci incontrollate ci erano giunte all’orecchio alcuni giorni fa; si parlava di qualcosa realizzato sul muro di un giardino all’interno del complesso del Buon Pastore, da una stimatissima artista romana, la conosciutissima Alessandra Carloni.

Il suo accattivante tratto, associato a stupendi colori che richiamano altre epoche ci hanno portato al volo a vedere di cosa si trattasse.

Ed ecco cosa abbiamo trovato.

Il giardino del Buon Pastore; si intravede il pezzo di Alessandra.

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Avviciniamoci e diamo il giusto risalto a tutti i componenti del grande muro. Iniziamo con i quattro stipiti verticali che recano due figure giovanili incorniciate da elementi floreali.

Sulla base orizzontale che unisce il tutto spiccano vari elementi floreali che qui compendiamo in due immagini.

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Durante la visita abbiamo anche avuto la fortuna di scovare altri tre pezzi già custoditi da anni all’interno del Buon Pastore; passiamoli in rassegna, attribuendone la maternità a chi è rappresentato dal nome che appare sul murale.

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