Nuovo sito
Domanda: Ma alla tua età, cosa si fa? Ci si mette in pantofole e, al calduccio, si guarda il televisore, vero?
Risposta: Naaaaa…………
Infatti, un paio di giorni fa armati di tutto punto, fotocamera, ombrello e un pizzico di follia, siamo andati a fare la conoscenza di un nuovo sito, da noi già da molto puntato, ma fino a quel momento mai visitato per tutta una serie di avversità che ci hanno ultimamente tormentato.
Siamo entrati alla ricerca specifica di alcuni pezzi visti in giro sul web, presentati esclusivamente dai loro realizzatori, scintille della street art romana, ma non ci aspettavamo di trovare cosi tanta roba come poi è avvenuto, quindi abbiamo riportato a casa un bottino di tutto rispetto; così pesante da costringerci a dividere l’articolo di report in due puntate. Ci si è posto dunque il dilemma di quale pezzo presentare per primo e quale per ultimo e, ovviamente, quale ordine seguire nel corso della presentazione.
Dopo attenta riflessione abbiamo stabilito di presentare i pezzi nell’ordine cronologico con il quale li abbiamo incontrati. Quindi, il lettore vedrà pezzi realizzati da poco intervallati ad altri molto vecchi, poi uno più recente, poi uno un po’ scolorito, fino ad arrivare, ma questo lo si vedrà nel prossimo articolo, a quei pezzi realizzati proprio da qualche giorno e che, ironia della sorte, abbiamo trovato per ultimi, proprio giù in fondo, quando avevamo quasi perso la speranza di trovarli.
Entriamo nell’edificio più importante di questo complesso, una volta frequentato da tantissima gente, fra cui veri e propri avventurieri.
Incontriamo subito un superlativo graffito che troviamo in sovrapposizione a un lungo dipinto preesistente che potremmo definire un antenato, per Roma forse addirittura il primo esempio, di quello che ai giorni nostri è l’ormai diffuso fenomeno dell'”Urban Art“.
Concentriamoci sul graffito che sembra uscire tridimensionalmente da quel muro.
Merita anche attenzione il dipinto preesistente di cui ora presentiamo due particolari, due inglesissime scene di caccia, dove i ruoli sembrano invertiti.
Poco più in là altro esempio di sovrapposizione.
Proseguiamo la visita; più avanti troviamo un pezzo di Pino Volpino; il tema è animalesco, come richiede il sito.
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Ora attraversiamo un’ampia distesa; da come è ridotta a fatica viene da credere che un tempo su di essa fosse concentrato lo sguardo di migliaia di persone temerarie e speranzose.
Giunti dall’altra parte ci voltiamo; al di là dell’area incolta vediamo l’edificio da poco lasciato e sul quale scorgiamo un sinuoso corpo femminile, degno di Picasso!
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Entriamo ora in una zona che una volta pullulava di persone indaffaratissime che entravano e uscivano da piccoli edifici posti uno di seguito all’altro, dove vivevamo preziosi animali. Qui ci sono una infinità di pareti che attendono solo di essere affrescate; anzi molte lo sono già state! Un piccolo aperitivo; il resto al prossimo articolo.
Ora un po’ di pazienza, a breve il seguito della visita; tani pezzi, che spaccano, ci attendono!