Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /644

Questa sera andiamo a visitare un parchetto un po’ malconcio, stretto fra due scuole e due strade. Qui è tutto cementato, non ci sta un’aiuola, una panchina; solo cemento, muri, recinzioni in ferro e rampe di accesso, anch’esse in ferro. Non parliamo poi della sensazione di abbandono che si avverte quando si entra qui dentro, ma poi, cosa ci si deve entrare a fare, se non ci sta proprio nulla. Ecco, noi ci siamo entrati per il solito motivo che ci porta nei più svariati luoghi, specie quelli abbandonati da tutti; lì, in questi luoghi, ogni tanto compare qualche pezzo che richiama l’attenzione di chi è alla ricerca dell’anello mancate fra l’individuo e la collettività!

E oggi siamo entrati in questo luogo per vedere e registrare un pezzo che punge colui che lo osserva, lo costringe a porsi delle domande; ognuno si da poi la risposta che gli è più congeniale; ma l’importante è stimolare la mente dell’individuo.

Il pezzo lo ha realizzato Hogre, per noi uno dei massimi rappresentanti della street art primordiale, quella che si rifà direttamente a Diego Rivera. Nel pezzo si compendiamo graffitismo, immaginazione e messaggio politico. Il graffitismo si esprime nella apposizione maniacale, sempre diversa del nome dello street artist; l’immaginazione si compendia nel pensatore che si arma di bomboletta, pennello, cutter e tronchesi per trasmettere il proprio pensiero; il messaggio politico ha per oggetto la speculazione intellettuale che anima la disputa italiana del momento: il famigerato 41bis! Il tutto sovrastato da un provocatorio imperativo “Compratevi una nuova anima“.