Il Muro Libero della fermata FL1 a Villa Bonelli /47

Anche se non abbiamo mai smesso di frequentare il Muro Libero di Villa Bonelli (nel nostro smisurato archivio abbiamo immagazzinato centinaia e centinaia di immagini) torniamo a parlarne ufficialmente solo dopo tre anni abbondanti; complici gli impegni che via via ci hanno sommerso, complice anche un po’ di mancanza di stimoli, diciamo artistici.

Un paio di mesi fa, seguendo il tam-tam del web, abbiamo saputo che un writer, il quale se ne era andato in giro per il mondo, era tornato, non sappiamo se per poco o per molto, e aveva realizzato due pezzi proprio su quel muro che se ne sta lì sornione dentro il parcheggio a servizio della stazione ferroviaria di Villa Bonelli. Un’occasione per spolverare le ragnatele del nostro Blog.

Scaldiamo l’ambiente con due immagini scattate durante la scorsa primavera; la prima, se non erriamo, ci parla della murata realizzata nell’ambito del Graff Dream Day del 2022 e ricopriva (usiamo il passato perché nel tempo altri murales ne hanno preso il posto) praticamente tutta la zona principale del Muro Libero. Eccola!

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La seconda immagine ci parla di un pezzo realizzato da uno dei maestri del writing romano; si tratta di Hoek e questo è il suo pezzo, anch’esso oggi non più visibile causa sovrapposizione artistica.

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Ed eccoci ai due pezzi cui accennavamo prima, apparsi intorno al mese di ottobre scorso; il loro realizzatore è una vecchia conoscenza del Progetto FotografiaErrante, lui è Mars1, partito qualche anno fa per spiagge lontane.

Due pezzi di pregevole fattura; avviciniamoci e vediamoli separatamente.

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Mentre ce ne andiamo veniamo attirati da un altro pezzo che se ne sta lì in disparte; forse perché spicca la sua monocromaticità. Nulla sappiamo del suo realizzatore; forse quel Platone sarà un indizio?

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Considerazione finale: il pezzo di copertina, realizzato su di un chiosco abbandonato da sempre, di recente è ricomparso misteriosamente a seguito di un intervento di bonifica che ha eliminato rovi e quant’altro che avevano letteralmente sommerso il manufatto. Anche questo pezzo, a nostro parere, va annoverato fra quelli più interessanti apparsi nel giro dell’ultimo decennio sui muri romani.

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