Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /648

Oggi siamo andati in visita a una scuola romana, il liceo Manara, dalle parti di Monteverde. I ragazzi sono in occupazione da oltre una settimana: finalmente qualcosa si muove; forza ragazzi, siamo con voi. Lottate per un mondo migliore, fatevi sentire!

In quella scuola è di casa uno street artist, non uno qualsiasi, bensì una delle punte di diamante dell’arte ipercontemporanea romana, lui è Gojo.

Assiduo frequentatore del progetto “FotografiaErranteGojo è anche un cultore delle religioni pre-romane, delle leggende che hanno trasformano in mito i vari numi immortali del passato. Basta fare un viaggio gli articoli di “FotografiaErrante” e fai la conoscenza Larunda, figlia del dio Almone, ti imbatti in Acheloo, uno delle tremila divinità principali dei fiumi della mitologia greca, scopri che ci sta un fiumiciattolo, ora nascosto sotto il GRA, ora incastrato fra due strettissimi muri di cemento armato, che sgorga nel bosco di Marino sui monti dei Castelli Romani e sfocia nel Tevere al Campo Boario ed è consacrato alla ninfa Ferentilla. Tutto questo sapere viene da Gojo espresso mediante i suoi murales che per una volta ci sentiamo di considerare affreschi.

Ma veniamo alla nostra visita al liceo Manara; ci accoglie un pezzo di un altro mostro sacro della street art romana: Alice Pasquini!

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All’ingresso veniamo accolti da un pezzo che Gojo ha realizzato nel 2017; realizzato su indicazione degli studenti del Manara che volevano essere rappresentati mentre entravano a scuola, protetti da una lupa che idealmente rappresenta Mamma Roma. In particolare si vedono due ragazzi che stanno scavalcando il cancello per andare ad occupare la scuola.

Li vicino dei graziosi coniglietti sempre opera di Gojo

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Andando oltre entriamo nel vivo della occupazione che viene urlata con questo splendido esercizio calligrafico.

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Entriamo nel cortine della scuola.

Scorgiamo da lontano un altro pezzo di Gojo; il parrocchetto monaco variopinto lo abbiamo già visto in prima pagina; ora ci avviciniamo per gustarci l’altra opera pare del 2012, un po’ più complessa; si parla della storia mitologica di Monteverde.

Nell’immagine qui sopra Giano, il dio bifronte, accoglie Saturno nel Lazio; Saturno gli insegna l’arte agraria che viene poi da lui diffusa agli aborigeni, figli degli alberi, che stavano sul monte Gianicolo, dove fondano la loro citta Ianniculum, nominando come lo capo un Re latino. Vicino Saturno vediamo Fons e Tiberinus, due figli di Giano. Fons, conosciuto anche come Fontus,  era il dio delle fonti; Tiberinus veniva indicato come il dio fluviale del Tevere. La madre di entrambi era la ninfa Giuturna, che pare fosse anche l’amante di Giove.

Nella prima delle tre immagini scorgiamo Portunus, il dio protettore dei passaggi. Sempre in questa immagine, individuabile dal diverso colore un’opera satirica incompiuta, sempre di Gojo, che avrebbe dovuto contenere tutte le statue parlanti di Roma che riporta una frase di Quintiliano “Satura quidem tota nostra est” che contrapponeva alla tragedia di origini greche la paternità assoluta della cultura romana della satira.

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Sempre nel cortile campeggiano alcuni pezzi di gradevole fattura realizzati da uno studente del liceo.

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E’ ora il momento di entrare nell’istituto; qui troviamo un altro pezzo di Gojo, realizzato due giorni fa a testimonianza dei motivi che hanno spinto i giovani del Manara all’occupazione.

Qui idealmente sono espresse tutte le cose contro cui gli studenti si sono prefissi di lottare, contro la repressione, contro il precariato, contro le frontiere, contro il totalitarismo, contro la censura, contro l’oppressione, contro il poteritarismo, contro il machismo! Ragazz*: siamo con voi!!!!!

Ecco ora tre particolari significativi dell’opera di Gojo

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