Le Campane di Cinecittà – 6

Dopo la distrazione Monterotondina torniamo al nostro precedente impegno che è quello di portare a termine il report sul progetto GAU Cinema; una carrellata di campane per la raccolta differenziata del vetro cariche di scene dei migliori film italiani, quelle che hanno fatto la storia del cinema dei primi tre (all’incirca) decenni dell’ultimo dopoguerra.

Questa sera è la volta di “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto“; la campana sta come le consorelle, in via Tuscolana, tra le fermate Subaugusta e Giulio Agricola, le autrici, sempre loro, le Molecole.

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Diretto da Elio Petri nel 1970, fu una pellicola super premiata, sia a Hollywood che a Cannes. Storia torbida di relazioni amorose in una tresca a tre fra un commissario d’alto bordo, la sua amante e un secondo amante di lei, un giovane anarco-rivoluzionario.

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Il commissario uccide l’amante; dapprima svia tutte le indagini svolte sia da lui che dai suoi colleghi, inquinando le indagini stesse e creando prove svianti.

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Poi auspica e fa del tutto per far sì che venga provata la sua colpevolezza; in particolare, colui che potrebbe facilmente incastrarlo con la sua deposizione, il giovane anarchico amante della sua amante, non lo denuncia poiché pensa di poterlo ricattare in futuro.

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Una trama spettacolare che porta alla fine del film senza che lo spettatore abbia la certezza che l’assassinio venga punito, perchè un servo della legge, anche se colpevole di un reato, grave quanto l’omicidio, appartiene alla legge e quindi sfugge al giudizio umano (cfr Kafka).

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Mattatore musicale, il solito mostro della musica da film italiana, Ennio Morricone; questa volta inventa ritmi accompagnati dallo scacciapensieri siciliano che ben si confanno al disturbo mentale del commissario assassino.

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