Settimo ed ultimo artista presente all’azione pittorica attuata nella fabbrica abbandonata ampiamente descritta nelle puntate precedenti è un personaggio eclettico, raffinata scenografa, artista da studio dove dà luogo a mostre-istallazione veramente suggestive e cariche di pathos, da poco prestata a quel mondo senza regole e confini che è l’arte ipercontemporanea del muro. Vi si è gettata con quello slancio che la contraddistingue per nulla impaurita di dover mettere su una grande superficie ciò che lei fino a poco tempo fa si limitava solo a progettare grande. Le sue realizzazioni rispecchiano il suo stato d’animo, fanno emergere una sua dualità: un mondo onirico, popolati di mostriciattoli, immagini di agitati sonni notturni, contrapposto ad una realtà che vorrebbe fosse molto tranquilla come, per la fattispecie, il sonno della ragazza presente nell’opera incastonata nel palco naturale che è la parete di fondo di quell’immenso salone della fabbrica abbandonata. Dualità che si ritrova anche in un’altra delle sue tante opere: il ventaglio donato, nel 2012, dall’Associazione Giornalisti Parlamentari all’allora presidente del Senato Schifani; lì MK, con la predominanza del colore rosso, rappresenta da una parte le lacerazioni sociali di un paese in crisi, dall’altro la vitalità e la forza proprie della cultura Italiana che, quando riesce ad esprimersi, è capace di fare la differenza!
Il grande muro (metri 15 X 3,20 circa) realizzato dalla nostra artista “MK” (al secolo Monica Pirone) ci presenta una giovane donna che dorme, un velato sorriso orna la sua bocca; ma i suoi sogni sono agitati, si avverte nell’opera una metà di aspirazione alla tranquillità su cui però incombe tutto un mondo oscuro, fatto di mostriciattoli, in altre situazioni dell’artista rappresentati in maniera più definita, qui solo immaginati. Sulla sinistra c’è l’astratto, dai coloro cupi, un luogo insicuro dove il visitatore può vedere ogni sorta di tentazione, come l’occhio di un demone che incombe tra le fiamme. Man mano che lo sguardo si sposta verso destra si viene ripagati da un senso di sicurezza, di appagamento, la figura femminile ci riporta alla realtà che l’artista ci dice non essere poi così triste come ce la raccontano spesso i nostri sogni.
MK si impossessa del muro
prepara il contorno e fa emergere il volto della ragazza
un mondo celeste, pacato e tranquillo, prende forma
ma ecco che appare un mondo oscuro, indefinito, fatto di sogni incomprensibili che generano tensioni interiori
ed ecco l’opera finale di MK
fondale del palco di un teatro di un mondo dove i confini fra sogno e realtà si fanno labili
la firma dell’artista
particolare dell’opera