Visita una tantum in un luogo da brivido. Tutto è cominciato quando siamo andati a fotografare un pezzo classico del writing romano: esercizio calligrafico e puppets. Il pezzo era visibile solo da lontano ed una selva di fili elettrici ne inibiva la corretta visione. Noi con un certosino lavoro post-produttivo lo abbiano reso godibile:
Poi abbiamo allargato i campo e,
oltre quel muro, abbiamo visto delle architetture intriganti. Detto e fatto; trovato il posto più idoneo, uno scavalco giovanile, un passaggio attraverso una intricata selva di arbusti ed eccoci, in un batter d’occhio, catapultati esattamente ad un secolo fa; quando venne realizzato quel meraviglioso complesso che ora una stolta civiltà (se tale si può chiamare) ha destinato all’abbandono, all’oblio ed ancor peggio alla distruzione. Lì dentro oltre a forme e linee incantevoli, colonne snelle e ferro eiffelliano, abbiamo trovato pane per i nostri denti: splendidi pezzi di writing che sposano armoniosamente l’ambiente che li accoglie.
In silenzio, qualcuno potrebbe sentirci, facciamo un giro, tutto d’un fiato!
i primi sei pezzi
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Diamo un’occhiata fuori, abbandono e modernità estrema convivono ignorandosi
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Proseguiamo il nostro viaggio,
Sentiamo qualche rumore, ci mettiamo in un angolo, guardiamo di fuori e vediamo un gruppo di operai; purtroppo siamo costretti a rinunciare al resto della visita; lì vicino un puppet sembra più spaventato di noi
torniamo sui nostri passi, rientriamo nella boscaglia che avvolge gli edifici e guadagniamo l’alta recinzione, che noi, provetti sportivi, non esitiamo a scavalcare agevolmente mentre i passanti ci guardano esterrefatti! Fine dell’avventura!