Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /354

Continuiamo la nostra visita a Torino. Il nostro obiettivo è il CSOA Gabrio, che ci ha ospitato per parlare della street art romana; il movente è stato il nostro libro sui Centri di Aggregazione Sociale romani. Si è dibattuto fra l’altro sul valore e sulla forza della street art, del suo essere espressione dell’inquietudine giovanile prima di essere una vera e propria arte; ci si è chiesti se esiste un confine fra vandalismo ed arte, se può ritenersi street artist colui che si concede a Curatori e Gallerie. Anche quel Centro di Aggregazione Sociale, come ormai siamo abituati a constatare, è uno scrigno, una fucina di avanguardia artistica; esso custodisce una miriade di pezzi (murales) e se fosse stato a Roma, sicuramente avrebbe meritato un capitolo nel nostro libro. Fra poco entreremo dentro questo Centro di Aggregazione Sociale e faremo la conoscenza di buona parte dei pezzi che vi sono custoditi, ma dobbiamo avere ancora un po di pazienza, a noi piace guardarci intorno, bighellonare senza meta e godere dei pezzi che all’improvviso ci capitano davanti.  In dirittura di via  Francesco Millio, dove ha sede il Gabrio, in un parcheggio su via Gabriele D’Annunzio che sta a ridosso della più nota via Paolo Braccini, abbiamo scovato uno di quei muri, che a Roma chiameremo liberi. E qui ci siamo divertiti ad immortalare i pezzi che vi abbiamo scovato; il tutto sotto lo sguardo, tra l’incuriosito e il riprovevole, dei passanti che evidentemente non sono abituati, come lo si è a Roma, a vedere qualcuno che si interessi a questa forma d’arte. Ed ora la parola alle immagini!

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