inizialmente avevamo pensato di fare il classico murale al giorno, poi saputo con certezza chi fosse l’autore del pezzo che presentiamo questa sera, non abbiamo avuto alcuna titubanza a dare vita al decimo articolo della serie “Subvertising”.
Stiamo parlando di un poster apparso l’altra notte sulle vetrine illuminate delle pensiline di quattro fermate ATAC su viale Palmiro Togliatti; quelle poste al centro della massicciata, sui bordo del larghissimo spartitraffico dove dominano il verde (sic), una pista ciclabile piena di immondizia e la merda dei cani.
Per la cronaca, siamo sull’estremo tratto nord della lunga arteria costruita negli anni cinquanta/sessanta del secolo scorso con l’intento di fare da grande asse viario al famoso SDO (il sistema direzionale orientale); quest’ultimo che doveva raccogliere tutte le infrastrutture direzionali (gli uffici) che affollavano il centro storico di Roma. Questo progetto non andò mai in porto e verso la fine degli anni ottanta fu definitivamente accantonato. Resta questo stradone, con un immenso spartitraffico che naviga nel più assoluto degrado e che menti avanzate potrebbe decidere di sfruttare per realizzare, con un costo relativamente basso, una metropolitana che dall’EUR potrebbe raggiungere Settebagni collegando tutta la periferia che da Sud si estende verso Nord nel semicerchio che sta a Est del centro storico.
Ma torniamo al nostro pezzo che non dovete affannarvi a cercare perché già oggi non ne sono state più trovate tracce in quanto le vetrine si presentano completamente vuote. A nostro parere, il pezzo, che non porta nessun messaggio, prelude a successivi sviluppi che ci attendiamo prossimi. L’unica certezza, per ora, è che l’autore (Hogre) ne attribuisca, per la realizzazione, l’ispirazione a Lady Maru.
il pezzo di Hogre
una delle quattro vetrine espositive
________________________________________________________
Ora come di consueto, restiamo nella zona e vediamo come si svolge la vita intorno a queste quattro fermate.
l’attesa
riflessi
l’ambiente
passaggi
la fermata
traffico
e per finire:
il freddo