Anche questa domenica, quella appena trascorsa, visto che non avevamo programmi particolari, abbiamo impegnato il nostro tempo nel fare una visita al vecchio mulino in stato di abbandono che è diventato una fucina di arte ipercontemporanea, dove, sugli immensi muri che si trovano in un perfetto stato di conservazione da invidiare anche un molino attivo, convivono writing classico (quello del lettering) witing di ultima generazione (dove il puppet è diventato elemento unico del graffito) e sperimentazioni del cosiddetto figurativo post moderno. Lì si accavallano con qualche scintilla, tutti i movimenti artistici citati; a noi piace così, purché non diventi una guerra senza quartiere.
Partita come soluzione di ripiego, quella di domenica è diventata una giornata strepitosa; abbiamo incontrato e visto all’opera ben due maestri d’arte che si sono cimentati nella realizzazione di pezzi come al solito sopra le righe; poi ci siamo concessi, cosa che no facevamo da tanto tempo ormai, una dettagliata visita del sito, compresa una discesa nei bui sotterranei che ci ha riservato, quest’ultima, una sostanziosa sorpresa.
Ma andiamo per gradi; oggi presenteremo il primo artista incontrato, Mauro Sgarbi (Entrato in FotografiaErrante con l’articolo “Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia/8” del 20 settembre 2014); lui ha realizzato addirittura due pezzi, il secondo lo passeremo domani. Poi ancora, vedremo il pezzo realizzato dai un altro maestro, anche lui assiduo frequentatore del nostro progetto culturale; infine vedremo ciò che abbiamo trovato nei sotterranei, nella “Poetic Area“. Ma calma, ogni cosa a suo tempo!
Interessante il percorso sperimentale artistico di Mauro Sgarbi, che rivede in chiave moderna e adatta al suo stile il Movimento Futurista (vedasi in proposito il Murale al Giorno 537 del 14 ottobre sorso).
Ma veniamo al momento in cui entrando il quel salone abbiamo beccato Mauro Sgarbi intento al suo pezzo.
Seguiamolo per un attimo nel suo lavoro.
Beh, c’era tanto movimento!
La firma.
Ora prepariamoci allo scatto finale.
prima togliamo quel tavolo molto fotogenico, poi toglieremo secchi, secchielli e pennelli.
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L’opera è fantastica.. Ho assistito alla prima messa in opera di questa tecnica che ha usato Mauro il 14 ottobre e non vedo l’ora di vedere pure questa m dopo che ho scoperto il luogo.. Grazie