Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /599

Finalmente è arrivata la notizia che tutti aspettavamo. Il tribunale di Atene ha condannato i vertici di quella malfamata ed assassina organizzazione che si chiama Alba Dorata per la barbara uccisione, il 18 settembre del 2013, di Pavlos Fyssas, un rapper greco, molto famoso in patria con il nome d’arte di “Killah P“.

All’imboscata tesa da diverse decine di sciacalli sanguinari a Pavlos, ucciso con due coltellate al cuore, assistette una squadra antisommossa della Polizia che per lungo tempo fu sospettata di di connivenza con gli aggressori.

L’esecutore materiale dell’assassinio, tal Giorgos Rupakias, è stato condannato all’ergastolo e a una pena aggiuntiva di 10 anni; un altro delinquente, tal Nikos Michaloliakos, capo di quella famigerata banda di assassini di Alba Dorata, mandante, è stato condannato 13 anni di carcere. Diversi altri membri della banda di Alba Dorata sono stati condannati a pene variabili fra i 5 e i 7 anni. Qui si auspica che i Greci non siano di manica larga come gli Italiani e che questi delinquenti scontino fino all’ultimo giorno la condanna loro inflitta.

Beh, nel lontano 2013, ci fu uno street artist, una avanguardia culturale e politica dell’immenso mondo dell’arte ipercontemporanea italiana, che, attento a quello che accadeva nel mondo, commemorò la morte di Killah P con un pezzo di tutto rispetto che a suo tempo registrammo nella sala spettacoli del MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz. L’autore del pezzo è Aladin, da sempre presente nel progetto culturale di FotografiaErrante.

Killah P visto da Aladin

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