Questa sera andiamo a visitare un luogo misterioso in cui entrammo più cinque anni fa; eravamo agli inizi di questa avventura nell’avventura, andare per siti abbandonati per documentare l’arte che vi regna incontrastata. Ricordiamo cosa ci portò in quella casa cantoniera decrepita, dove gli infissi non esistevano più, i solai erano scomparsi; solo muri e tetto restavano solidi (e lo sono tuttora) e sopravviveva anche una scala fatta di mattoni che anche oggi ci ha portato su di in pianerottolo di un metro quadrato che si affaccia nel vuoto, sia di qua che di là. Lì trovammo dei pezzi che ancora oggi resistono strenuamente, erano stati realizzati da Groove; appena ritrovati nel nostro immenso archivio, se già non lo facemmo a suo tempo, li presenteremo ai frequentatori del progetto “FotografiaErrante“.
Ci siamo tornati perché un uccellino ci aveva avvisato che 0707 era tornato da un lungo viaggio e vi aveva realizzato un suo pezzo.
Anche in questo pezzo è presente la nota di colore già sperimentata nelle due opere apparse di recente in quell’immenso centro direzionale, lembi di poster che accostano idealmente il pezzo al writing; i volti da lui dipinti sono due; stavolta siamo in presenza di figure dal sesso indefinito, ma il tema trattato è sempre lo stesso: la ricerca affannosa del bello in assoluto.
L’ambiente espositivo è piccolo, una ventina di metri quadrati; lo spazio, grazie al crollo del soffitto, si sviluppa in altezza. Cerchiamo di approfittare di questa opportunità.
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